Secondo ciclo/6: quando il Governo non batte ciglio

Altro elemento che rende, per il momento, incerto il destino del secondo ciclo viene dalla Commissione Cultura del Senato, chiamata ad esprimersi sullo schema di decreto.
Il Governo, da un lato, in sede di Conferenza Unificata, conviene con le Regioni di non procedere, tra l’altro, alla sperimentazione del nuovo ordinamento nelle scuole e poi non “batte ciglio” quando la maggioranza fa inserire nel parere favorevole la raccomandazione con la quale “…invita il Governo a considerare l’opportunità di avviare una sperimentazione nazionale dei nuovi percorsi formativi…a partire dall’anno scolastico 2006/2007…”.
Qualora questo atteggiamento non lineare dovesse avere una ricaduta ostativa sui contenuti degli accordi convenuti in sede di Conferenza Unificata, salterebbe il dialogo con le Regioni che una molto laboriosa dialettica aveva consentito di riavviare. A pagare sarebbero la scuola, le famiglie ed i giovani, con vistosa ricaduta sulla credibilità delle istituzioni che governano.