Secondo ciclo/2. Moratti-Regioni, scontro in vista

Lo “strappo” istituzionale con le Regioni operato dal Governo sul decreto sul secondo ciclo è destinato a lasciare il segno.
Ricapitoliamo i fatti. In occasione della Conferenza Unificata del 15 settembre, che doveva esprimere un parere sulla bozza di decreto, era stata trovata un’intesa dopo una complessa trattativa per il differimento all’anno scolastico 2007/2008 dell’avvio della riforma e al blocco di sperimentazioni. Un’intesa che lasciava presagire un percorso non a braccetto ma almeno “dialogante” anche per i passaggi successivi nell’applicazione del decreto che vedessero il coinvolgimento delle Regioni.
Invece il ministro Moratti in maniera unilaterale ha stabilito con legge che entro il 30 novembre 2005, in sede di Conferenza unificata, attraverso specifiche intese devono essere definite una serie di questioni di notevole complessità. Quali? Ecco l’elenco: le tabelle di confluenza degli attuali 41 indirizzi di istruzione classica e tecnica nei 15 nuovi titoli e sbocchi professionali liceali; le tabelle di corrispondenza dei titoli di studio in uscita dai percorsi di istruzione secondaria di secondo grado dell’ordinamento previgente con i titoli di studio in uscita dai percorsi liceali; quanto e come del 20% della quota dei piani di studio rimessa alle istituzioni scolastiche debba riguardare la quota regionale dei piani di studio; le figure professionali di differente livello, da collocare nei percorsi formativi del sistema dell’istruzione e formazione professionale regionale; gli standard minimi formativi relativi alle competenze di base linguistiche, matematiche, scientifiche, tecnologiche, storico-sociali ed economiche necessarie al conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale dello studente, nonché alle competenze professionali proprie delle diverse figure professionali dei percorsi di istruzione e formazione professionale; gli standard minimi relativi alle strutture delle istituzioni formative e dei relativi servizi.
Senza apparentemente porsi la questione della delicatezza e dell’ampiezza dei compiti da definire, il terzo comma dell’art. 27 dispone che “l’attuazione del capo II e del Capo III” non solo avvenga “nel quadro della programmazione della rete scolastica di cui all’articolo 138, comma 1 lettera b) del decreto 31 marzo 1998, n. 112“, ma anche che “la programmazione di ciascuna Regione va definita entro il 31 dicembre 2005“.
Tutto questo forse per far partire fin dal prossimo anno scolastico 2006/2007 la sperimentazione dei nuovi licei e poter dire che la riforma parte subito.