Secondo ciclo/2. Il ‘campus’ salvacattedre

La campagna dei sindacati sulle decine, se non centinaia di migliaia di cattedre che sarebbero saltate con l’attuazione della riforma del secondo ciclo ha dato i suoi frutti. E non solo perché nelle più recenti bozze del decreto sono state ripristinate, per esempio, le due ore settimanali di educazione fisica. O perché, dopo i primi tentativi di contenere l’orario obbligatorio sotto o almeno entro le 30 ore settimanali, si è progressivamente arrivati alle 34-35 dei licei tecnologici ed economici, fino alle 38 del liceo artistico.
Nella bozza datata 27 aprile 2005, e in quelle successive (l’ultima è di giovedì scorso, 5 maggio), compare infatti all’art. 27, comma 2, una norma di salvaguardia delle dotazioni organiche, che vengono confermate al livello raggiunto nell’anno scolastico 2005-2006 (organico di diritto) fino alla completa attuazione della riforma, che andrà a regime nel 2010-2011, cinque anni dopo il primo avvio (settembre 2006).
Significativo appare inoltre il fatto che la norma riguardante i cosiddetti “campus” sia stata anticipata all’art. 1 (comma 14), mentre in precedenza stava semioccultata in uno degli ultimi articoli. Ecco il testo: “I percorsi del sistema dei licei e quelli del sistema di istruzione e formazione professionale possono essere realizzati in un’unica sede, anche sulla base di apposite convenzioni tra le istituzioni scolastiche e formative interessate“. Se ci sarà l’accordo con le Regioni (e con i sindacati), questo significa che nelle stesse sedi, e con gli stessi insegnanti, potranno essere realizzati percorsi liceali quinquennali e percorsi tri-quadriennali a carattere professionale, con il pieno recupero del personale docente e ITP attualmente inserito negli istituti professionali, in alcuni tecnici ad elevata specializzazione e negli istituti d’arte.