Secondo ciclo/1. Scontro tra schieramenti trasversali

Il dibattito sulla riforma del secondo ciclo è in pieno corso, e riserva qualche sorpresa. Al centro del dibattito sta sempre il destino dell’istruzione tecnica, frequentata attualmente da più di un terzo degli studenti italiani, contesa tra chi la vorrebbe licealizzare e chi la vorrebbe, al contrario, professionalizzare, o per meglio dire rilanciare nella sua identità storica di corso di studi centrato sull’acquisizione di competenze operative utili per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Il dibattito coinvolge anche l’istruzione professionale di Stato, che negli anni si è affiancata, e in parte sovrapposta a quella tecnica per durata e struttura dei curricoli, e l’istruzione artistica (istituti d’arte), che con la “licealizzazione” vedrebbe ridotte al lumicino le molte ore che ora dedica ai laboratori, al “fare“. Nel complesso si tratta di oltre il 60% della popolazione scolastica, a fronte di un 40% scarso di liceali, compresi gli studenti dell’ex istruzione magistrale.
La sorpresa è costituita dal fatto che su questa fondamentale alternativa si fronteggiano non la maggioranza e l’opposizione, ma due partiti trasversali: uno comprendente una parte di Forza Italia, AN e Confindustria (forse non tutta), che sostiene la soluzione tendenzialmente panlicealistica prefigurata nella bozza di decreto legislativo predisposta dal Ministero; l’altro che unisce l’altra parte di Forza Italia, l’UDC, le componenti riformiste dell’opposizione e alcune Regioni importanti, che contesta la licealizzazione dell’istruzione tecnica (e a maggior ragione professionale) e torna alla carica con la proposta di creare un grande, competitivo sistema di istruzione e formazione tecnico-professionale, di consistenza almeno pari a quella dei licei. Fuori della contesa si colloca un terzo partito, non trasversale, o trasversale alla sola sinistra, che rifiuta in via pregiudiziale di confrontarsi sulla attuazione della legge n. 53, e che comprende la minoranza DS, il PRC, i Comunisti italiani, i Verdi e la maggioranza della CGIL scuola.