Secondo ciclo/1. Novità in arrivo

Novità in vista sul fronte del secondo ciclo. Dopo un lungo periodo di silenzio, rotto soltanto dalle parallele sortite di AN e di Confindustria in favore dell’inserimento degli istituti tecnici nell’area liceale, qualcosa si sta muovendo a viale Trastevere.
Per la prima volta da quando la riforma è stata approvata (marzo 2003) la tecnostruttura del Ministero che si occupa di istruzione secondaria superiore (dirigenti, ispettori, personale comandato) è stata formalmente investita del compito di formulare proposte in vista della predisposizione del decreto legislativo riguardante il sistema di istruzione, e delle relative “Indicazioni nazionali“, sulla falsariga del percorso già seguito per il primo ciclo.
La convocazione è stata improvvisa, e il tempo concesso per terminare il lavoro assai scarso, ma gli otto gruppi di lavoro subito costituiti al Ministero, uno per ciascuno degli otto licei previsti dalla riforma Moratti, non sono partiti da zero. Essi sono stati chiamati a “reagire”, per così dire, ai documenti presentati dai presidenti e dai coordinatori delle Commissioni di studio sugli otto licei: quelli nominati a suo tempo dal ministro Moratti, che aveva deliberatamente scelto di non utilizzare, almeno in prima battuta, le risorse interne del Ministero. Una decisione senza precedenti, che aveva suscitato perplessità e malumori nel Palazzo, a partire dagli ispettori, che mai in passato erano stati così drasticamente esclusi dai processi di costruzione delle innovazioni.
Entro la fine del mese di ottobre i gruppi “interni” e i componenti delle commissioni si incontreranno per un esame congiunto ed analitico delle rispettive elaborazioni. Lo schema da seguire è quello già utilizzato per il primo ciclo: dovranno essere individuate le conoscenze e le abilità – liceo per liceo e disciplina per disciplina – alle quali le scuole e gli insegnanti faranno riferimento per costruire i Piani di Studio Personalizzati.
Il primo vincolo è dato dalla legge di riforma che parla di passaggi assicurati e garantiti tra licei e istituti dell’istruzione e della formazione professionale. Sarà difficile rispettare questo vincolo con piani di studio liceali che distribuiscono gli sviluppi disciplinari programmaticamente su 5 anni e piani di istruzione e formazione professionale che lo fanno su 4.