Secondo ciclo/1. Indiscrezioni a valanga. A chi serve?

Discutere dei “si dice” è sempre inaffidabile. Ma negli ultimi sette giorni le voci (di dentro?), le indiscrezioni, le bozze, le carte, si sono moltiplicate con un ritmo da crescendo rossiniano. Alcuni giornali, seguiti dai principali siti sindacali, hanno pubblicato la bozza del decreto legislativo, e notizie dettagliate sui piani di studio dei futuri licei, che saranno 18 (20 considerando i subindirizzi del liceo economico aziendale).
Il Ministero non conferma e non smentisce, ma il sottosegretario Aprea, intervenendo a Milano a un convegno del “polo qualità” in Assolombarda, ha annunciato che la bozza del decreto legislativo sul secondo ciclo, con le ipotesi di Indicazioni nazionali dei licei, sarà presto disponibile, e ha fatto perfino una data: il 13 gennaio 2005.
Il ministro Moratti, che pure ha voluto la forte accelerazione dei lavori preparatori, per ora si è limitata a preannunciare con dichiarazione tranquillizzanti l’apertura di una fase di pubblico confronto sulla bozza di decreto legislativo (che comprenderà, presumibilmente, anche le proposte di OSA, Obiettivi Specifici di Apprendimento, dei 18-20 licei). Ma l’improvvisa caduta della barriera di riservatezza che aveva finora blindato i lavori delle commissioni di esperti, e quelli successivi degli ispettori (su materie, orari e cattedre), suscita più di un interrogativo. I decisori politici ed amministrativi, quali addetti ai lavori, farebbero bene a fare chiarezza su queste “imbeccate” quotidiane. C’è da capire a chi conviene, in questa fase delicatissima, far circolare notizie destinate a sollevare, tutti insieme e nello stesso tempo, problemi politici e istituzionali (il sistema della formazione appare assai penalizzato), ansie tra i professori, resistenze sindacali, sconcerto nell’opinione pubblica. Considerato l’ingresso trionfale del latino nei licei ex tecnici, cui prodest?