Secondo ciclo. La danza delle ore

Con l’ingresso in extremis dei Trasporti, gli indirizzi del Liceo tecnologico sono diventati 8. Almeno sulla carta, tenendo conto anche di una serie di opzioni interne, tutta l’attuale istruzione tecnica industriale si può riconoscere in uno degli indirizzi previsti nella bozza di decreto sul secondo ciclo predisposta dall’Ufficio legislativo del Ministero.
Lo stesso si può dire del Liceo economico, che si suddivide in pratica in quattro indirizzi (sarebbero due, ma l’indirizzo aziendale si subarticola in tre diversi percorsi). L’etichetta, almeno quella, è salva per tutti. Ma non così le materie simbolo della componente più specificamente tecnico-professionale degli istituti tecnici (idem per gli istituti d’arte), che devono lasciare spazio ad insegnamenti più consoni all’idea di “licealità” (secondo alcuni, neo o tardo gentiliana) che ha finito per prevalere tra gli esperti del Ministero, primo fra tutti la filosofia, alla quale vengono riservate due ore settimanali negli ultimi tre anni. Due in più rispetto agli “avveniristici” (per gli indirizzi tecnici) programmi Brocca, che la limitavano al quarto e quinto anno, e che però nell’istruzione tecnica, soprattutto industriale, non avevano incontrato successo.
Alla filosofia si aggiungono le ore destinate all’insegnamento della seconda lingua straniera, mentre nell’orario dell’anno finale tre ore settimanali devono essere dedicate all’approfondimento di insegnamenti collegati alle successive scelte universitarie. Insomma, malgrado il monte ore sia arrivato a 33 ore settimanali (3-5 più di quelle ipotizzate in partenza) le materie tecniche e i laboratori appaiono sacrificati.