Secondo ciclo. Insegnante in sciopero della fame contro la riforma

Diverse, e anche fantasiose, sono le forme di protesta contro la riforma Moratti. I CUB (Comitati Unitari di Base), una delle formazioni para o neosindacali più attive nella galassia movimentista, segnalano il caso di un docente di chimica di un Istituto tecnico del Nord, che ha iniziato uno sciopero della fame “per richiamare l’attenzione delle istituzioni, e di noi tutti, sui contenuti e le conseguenze della riforma rispetto alla preparazione degli studenti, dei percorsi di studio differenziati (liceo o formazione) e occupazionali per gli operatori della scuola“.
In una lettera aperta rivolta al mondo della scuola, pubblicata da alcuni siti (si veda, per esempio, www.orizzontescuola.it), il professore invita a “dare una risposta politica netta e inequivocabile all’arroganza antidemocratica con la quale il Consiglio dei Ministri ha emanato il Decreto Legislativo sul secondo ciclo, un decreto che non tiene in alcun conto il dissenso, le critiche e le obiezioni, espresse coralmente dal popolo della scuola“.
Contro questo governo “neoconservatore, fondamentalista e di concezioni autoritarie“, il professore invita i colleghi a dare una “risposta politica eclattante” (con due t, forse per rafforzare il concetto, ripetuto due volte) e a seguire il suo esempio, iniziando uno sciopero della fame e nello stesso tempo una occupazione simbolica della scuola, “24 ore su 24”, però “senza intralciarne in alcun modo l’attività“.
E’ superfluo dire l’importanza e la risonanza che avrebbe uno sciopero della fame di 100 colleghi in 100 scuole e in Piazza Monte Citorio“, conclude il professore, che a ogni buon conto tiene a far sapere non solo “all’attuale inquilino di Palazzo Chigi“, ma anche “a chi verrà dopo di lui” che “l’obiettivo strategico dell’abrogazione della legge 53 e dei DL e DDL ad essa connessi e correlati, non è in vendita” a nessun prezzo. L’ala riformista dell’Unione è avvertita…