Secondaria/5: Stato-Regioni una sfida impegnativa

La sfida più impegnativa e decisiva per gli esiti delle politiche formative del ministro Gelmini sta a questo punto proprio nella “costruzione” di una corretta cornice di governance del sistema d’istruzione. Ciò per favorire in primo luogo il concorso concreto e reale di ciascun livello di governo territoriale (Regioni, enti locali ed istituzioni scolastiche), ma anche lo sviluppo di forme di collaborazione fra differenti istituzioni per favorire la messa in opera dei processi di riforma con una comune strategia e azioni coerenti, comprese quelle relative alla programmazione dell’offerta formativa.

Il principio di “leale collaborazione” è indispensabile per definire un sistema d’istruzione più partecipato nella gestione, necessario ad affrontare le nuove e più complesse sfide educative.

La traduzione dei vecchi ordinamenti nei nuovi indirizzi non può essere realizzata, come sembra suggerire la nota dello scorso 8 gennaio del Miur,  secondo una logica  disattenta alle esigenze dei diversi territori. Insomma non ci si può porre di fronte ad una mappa geografica, armati di righello, a ritagliare i territori o le casette del monopoli per sistemare il “patrimonio” dei licei, degli istituti tecnici o professionali, tralasciando di considerare i fattori che determinano le scelte e i fattori che le modificano. Servono analisi approfondite, ragionamenti sofisticati sulla congruenza tra indirizzi, comparti produttivi, filiere formative post secondarie (in essere e da costruire) e settori di punta dell’innovazione tecnologica per avere uno sguardo lungo sul futuro.