
Secondaria/3. I nodi sciolti e quelli tagliati
Non erano poche le modifiche chieste dal Consiglio di Stato e quelle proposte dalle commissioni Cultura di Camera e Senato, alcune delle quali in forma di “condizioni” per il parere favorevole, tanto da rendere credibile il rinvio della approvazione dei regolamenti di almeno un’altra settimana.
E invece, con una rincorsa straordinaria ancorché affannata, i tre nodi dei quali parlavamo la scorsa settimana sono stati sciolti, e in qualche caso tagliati, con decisioni nette, senza compromessi.
Il nodo giuridico sollevato dal Consiglio di Stato, che aveva chiesto di togliere dai Regolamenti le modifiche alla composizione degli organi di governo della scuola (in particolare del Collegio dei docenti), è stato sciolto trasformando l’obbligo di istituire i Dipartimenti e i Comitati in una facoltà (le scuole “possono istituire”…), mentre per l’adozione delle Indicazioni nazionali, delle classi di concorso e degli indicatori per la valutazione e l’autovalutazione il ministero ha insistito – assumendosi il rischio di generare un possibile contenzioso – sull’impiego dei decreti ministeriali, e non norme regolamentari, la cui formalizzazione avrebbe richiesto molto più tempo di quello disponibile da qui a settembre prossimo. Insomma, un sì e un no.
Il nodo economico è stato sciolto accettando l’invito unanime delle Commissioni ad applicare la riforma solo a partire dal primo anno, ma riducendo in compenso l’orario settimanale degli anni successivi al primo, fermo restando il piano degli studi. Una misura – che crea un forte impatto in corsa sull’assetto didattico di queste classi – volta ad evitare l’applicazione della clausola di salvaguardia (cioè del taglio automatico delle risorse) da parte del Ministero dell’economia, indubbiamente pesantissima per le scuole e per i sindacati.
Il terzo nodo, quello ordinamentale, si è confermato come il meno complicato: a parte una coda di polemiche sulle materie “sacrificate” (dalla geografia al diritto), è bastato ripristinare, come chiesto dalle Commissioni parlamentari, alcuni indirizzi in forma di articolazioni di altri. Così è stato per il liceo artistico e per un certo numero di indirizzi dell’istruzione tecnica e professionale.
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