Istruzione professionale: la qualità dell’offerta frena l’emorragia interna e rilancia il settore

Se i dati ministeriali attestano l’emorragia di iscritti agli istituti professionali, rilevata dal 2013-14 a tutt’oggi, per un totale di quasi 52mila iscritti in meno al primo anno (183.566 nel 2013-14 e 86.789 in questo nuovo anno scolastico, compresi gli iscritti agli IeFP), va detto, invece, che “l’emorragia interna”, cioè gli abbandoni di chi aveva scelto quel percorso di istruzione, si è ridotta molto, soprattutto da quando nel 2017 è stato introdotto il nuovo ordinamento con notevole arricchimento di altri indirizzi di studio (undici complessivi).

Nel 2013-14 non risultava iscritto al terzo anno, dopo il biennio iniziale (termine dell’obbligo scolastico), il 17-18% dei ragazzi che avevano iniziato il percorso due anni prima.

Poi la percentuale è andata sempre più abbassandosi, al punto che nel 2020-21 il tasso di abbandono al terzo anno si è ridotto al 3,1%.

Da quell’anno, grazie soprattutto all’implementazione di iscritti derivante dal passaggio agli IeFP, il numero di studenti del terzo anno è andato aumentando e, anziché dispersione, si è registrato un tasso di incremento che nel 2023-24 ha superato il 10% (86.299 iscritti al 1° anno nel 2021-22 contro 95.462 nel 2023-24, pari a + 9.163).

L’incontro tra l’ampia offerta dei numerosi indirizzi di studio del nuovo ordinamento con l’IeFP sembra, dunque, dare buoni frutti. La qualità dell’offerta formativa diventa una variabile non indifferente.

Potrebbe essere questa la condizione propizia per favorire la nuova strada che si aprirà con la riforma prospettata dal ministro Valditara. Ma ci vorrà tempo e fiducia, anche da parte del mercato del lavoro che richiede giovani formati secondo canoni aggiornati che guardano al futuro.

Per approfondimenti:

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