Se un docente risulta positivo al coronavirus

Un recente caso di cronaca può fornire la sensazione di quanto potrebbe accadere alla riapertura delle scuole. A Pizzo, in provincia di Vibo Valentia, nei giorni scorsi un docente dell’Istituto nautico, impegnato nella commissione per l’esame di maturità è risultato positivo al coronavirus.

Come racconta Clemente Angotti per l’Ansa, a seguito della comunicazione dell’esito del tampone, tutto il personale docente e non docente è stato immediatamente contattato dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Vibo Valentia per essere sottoposto al test. Coinvolti, nello screening, anche gli insegnanti che non fanno parte delle commissioni di esame. A causa di quanto accaduto, i maturandi in attesa di sostenere l’esame sono stati rimandati a casa fino a data da destinarsi.

L’insegnante risultato positivo, che ha 65 anni e vive a Nicotera, altro centro del Vibonese, lo scorso 15 giugno aveva partecipato alla riunione preliminare con i colleghi, in vista delle prove, venendo quindi a contatto, diretto o a distanza, con alcuni di loro.

Forte la preoccupazione del dirigente scolastico dell’Istituto: “Per adesso gli esami sono sospesi in attesa della sanificazione dei locali. Di certo l’accaduto ha fortemente turbato docenti, alunni e genitori”.

In allerta per i possibili rischi di contagio anche il sindaco di Nicotera che ha invitato la popolazione del centro dove il docente risiede, a sottoporsi agli esami per escludere contagi. “Alcuni nostri concittadini sono entrati in contatto nei giorni scorsi con persone, residenti nella provincia di Reggio Calabria, risultate positive al Covid-19. Immediatamente sono stati posti in quarantena e fatti i tamponi per capire se fossero stati loro stessi infettati dal virus. Stamani è arrivata la notizia che uno è risultato positivo”.

Insomma un caso di contagio per un docente ha causato una mobilitazione notevole nell’ambiente scolastico ma non solo. Proviamo a immaginare: e se casi del genere – che potrebbero colpire, oltre che docenti, anche alunni o personale non docente – da settembre si verificassero contemporaneamente in decine o centinaia di scuole, cosa succederebbe? Prepariamoci.