Se mancano i soldi anche per l’acquisto del crocifisso…

La battaglia per il crocifisso in classe non deve fare i conti solo con chi è contrario, ma anche con i soldi che mancano nelle casse della scuola. E’ il caso dell’Istituto Comprensivo ”Marconi” di Cengia, nel veneziano, dove per rimpiazzare tre crocifissi che non c’erano più è dovuto intervenire un benefattore.

Il tutto è partito da un interrogazione di un consigliere comunale di ”Impegno e partecipazione” che aveva chiesto lumi sulla mancata esposizione del crocifisso in tre classi: l’assessore all’Istruzione Carla Trevisan ha girato il quesito alla preside che ha spiegato la drammatica situazione delle esangui casse scolastiche. In soccorso della scuola è arrivato però un anonimo benefattore, che ha donato i tre crocifissi.

Situazione dunque risolta, ma nella risposta all’interrogazione – riporta il Gazzettino – l’assessore ha sottolineato la difficile situazione scolastica dovuta ai ”tagli” introdotti dalla riforma Gelmini e al mancato trasferimento dei fondi minimi ministeriali.

E’ utile ricordare però che l’acquisto del crocifisso rientra nelle spese di arredo, che per gli istituti comprensivi sono di pertinenza del Comune. Il richiamo ai tagli dunque deve fare riferimento ai trasferimenti agli enti locali e non a quelli alle scuole. L’anonimo benefattore ha dunque recato un sollievo più alle casse del Comune che a quelle della scuola.