
Se ci sarà lintegrazione dei fondi per i libri di testo gratuiti
Dal 2000 lo Stato stanzia 200 miliardi delle vecchie lire (ora 103,291 milioni di euro) per consentire agli studenti della scuola secondaria di I e di II grado che versano in condizioni non abbienti di fruire della gratuità o semigratuità dei testi scolastici.
Una somma nata da una normativa voluta alla fine degli anni ’90 dall’allora ministro Berlinguer per favorire il diritto allo studio con provvidenze sui costi dei libri i testo per gli studenti soggetti all’obbligo di istruzione.
Da otto anni, però, quella cifra è rimasta immutata, senza alcuna forma di indicizzazione che potesse mantenerne almeno intatto il suo valore reale nel tempo, rendendo il sostegno al diritto allo studio di migliaia di studenti più garantito.
La polemica delle settimane scorso sul caro libri ha indotto il ministro Fioroni a chiedere di rimpinguare quel fondo con una cospicua integrazione proveniente dalla nuova legge finanziaria oppure dal decreto legge collegato che spartisce il famoso tesoretto.
La non definitività dei due provvedimenti finanziari lascia sospeso il giudizio di merito non essendo ancora certa la previsione dell’integrazione del fondo. Si parla comunque di 150 milioni di euro che equivarrebbero ad un aumento del fondo attuale di circa il 50%.
Se sarà così, come molti sperano, sarà un forte segnale positivo di attenzione e di perequazione a favore anche del nuovo obbligo di istruzione che coinvolge studenti del primo biennio degli istituti superori.
Se vi sarà ancora una volta un niente di fatto, sarà certamente un’occasione perduta per smuovere con azioni concrete un’area critica del sistema di istruzione sul versante del diritto allo studio e della prevenzione della dispersione scolastica.
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