Sdoppiamenti di classe: i docenti provvisori e ‘volatili’ dell’organico aggiuntivo

Finalmente è arrivato l’organico aggiuntivo per gestire eventuali sdoppiamenti di classe, ma se è corretta l’interpretazione secondo cui i docenti nominati avranno un contratto di lavoro come quello riservato ai supplenti temporanei in sostituzione per brevi assenze, lo sforzo finanziario potrebbe essere temporaneamente vanificato.

Non si tratterebbe infatti di contratti a tempo determinato fino al 30 giugno, ma di ordinarie supplenze brevi, protratte, se tutto va bene, fino al termine delle lezioni. Lo prevede l’art. 231-bis che alla lettera b) del primo comma dispone: “Attivare ulteriori incarichi temporanei di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio fino al termine delle lezioni, non disponibili per le assegnazioni e le utilizzazioni di durata temporanea. In caso di sospensione dell’attività in presenza, i relativi contratti di lavoro si intendono risolti per giusta causa, senza diritto ad alcun indennizzo.

Si tratta, come si intuisce, di docenti di “serie B” che potrebbero perdere il lavoro in caso di ritorno anche breve dei contagi nella loro scuola senza la certezza di essere confermati sulla stessa scuola. Ma soprattutto gli alunni delle classi affidate dovrebbero accontentarsi di avere docenti molto temporanei, provvisori e ‘volatili’ che non potranno partecipare nemmeno alla programmazione d’inizio d’anno (le nomine decorreranno dal 14 settembre) e saranno esclusi dalle commissioni d’esame per le classi affidate (le nomine terminano l’ultimo giorno di lezione).

Ma c’è un altro problema che incombe sulla loro nomina.  I dirigenti scolastici li nomineranno a decorrere dal 14 settembre; tuttavia molti di loro, prima di accettare la nomina, si avvarranno del diritto di scelta più vantaggiosa, come quella prevista per ricoprire un normale posto annuale o temporaneo fino al 30 giugno, in base alla posizione di graduatoria provinciale.

In questo modo molte nuove classi ottenute per sdoppiamento non potranno partire fino a quando non disporranno di questi docenti ‘volatili’ e provvisori.

Torna alla mente una proposta avanzata da Tuttoscuola nella newsletter dell’1 Giugno scorso, forse non così peregrina: “Con questo coacervo di problemi, per di più diversissimi, sarà possibile fissare l’inizio dell’anno scolastico 2020/21 per il primo settembre? Non sarebbe più ragionevole spostarlo al 1° ottobre, ‘congelando’ l’attuale assetto del personale dirigente, docente di ruolo e non di ruolo fino a tale data?

I suddetti  interventi relativi al personale direttivo e docente permetterebbero di garantire la massima continuità didattica per la conclusione nel mese di settembre dell’anno scolastico 2019/2020 e per l’avvio, dal 1º ottobre,  del nuovo anno scolastico.

Ciò permetterebbe alle scuole, unitamente alle misure organizzative da  assumere  con riferimento ai diversi gradi scolastici, di effettuare gli  interventi di rinforzo/recupero degli apprendimenti, di chiusura delle valutazioni finali, di svolgimento dell’esame di maturità per i candidati privatisti”.

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