Scuola cattolica, Ratzinger mette in guardia dai pregiudizi

Fa già discutere l’intervento di Benedetto XVI al Congresso della Chiesa Italiana di Verona. Tra Pacs e altro, il Papa ha parlato infatti di “riaprire la razionalità alle grandi questioni del vero e del bene“.

Questo – dice – è un compito che sta davanti a noi, una avventura affascinante nella quale merita spendersi“. Benedetto XVI disegna una Italia che ha “profondamente bisogno” della testimonianza cristiana, perché colpita “da una nuova ondata di illuminismo e laicismo“, con “Dio che rimane escluso dalla vita pubblica” e sembra “divenuto superfluo ed estraneo“. La cultura, osserva, dal suo punto di partenza che era “una rivendicazione della centralità dell’uomo e della sua libertà“, ha operato un “autentico capovolgimento” con una “radicale riduzione dell’uomo, considerato un semplice prodotto della natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile di essere trattato come ogni altro animale“. Ma in Italia, ha osservato Benedetto XVI, c’é anche un “terreno favorevole” per la testimonianza dei cristiani, per la “presenza capillare della Chiesa in mezzo alla gente“, per le tradizioni cristiane ancora radicate”, per il “grande sforzo di evangelizzazione“.

A suo avviso il Paap ravvede oltretutto pregiudizi ingiustificabili verso la scuola cattolica, che pure svolge un importante ruolo nella educazione e formazione ed è vittima in Italia di “antichi pregiudizi, che generano ritardi dannosi e ormai non più giustificabili nel riconoscerne la funzione e nel permetterne in concreto l’attività“. 

Il ministro Fioroni commenta così l’intervento del Papa: “E’ un momento di grande riflessione per il governo. La presenza del Santo Padre per il convegno della Chiesa italiana è anche un momento di attenzione perché indubbiamente il comune sentire del nostro Paese trova una forte condivisione e appartenenza nei valori e dei principi oggetto in questi giorni dei lavori del convegno di Verona. Il messaggio del Santo Padre oggi darà ulteriore memento di stimolo e di approfondimento. Credo – ha proseguito Fioroni – che la laicità dello Stato si fonda essenzialmente sulla reciproca autonomia di scelte e di decisioni ma l’aspetto fondamentale è quello della capacità di saper ascoltare e meditare“. Per Fioroni “il primo convegno del terzo millennio della Chiesa italiana e la parola di Benedetto XVI sapranno rivolgersi alle coscienze dei credenti, avendo ciascuno di noi la consapevolezza che sono comunque messaggi universali“.