Sciopero: solito balletto di cifre sull’adesione del personale scolastico

Secondo i dati parziali rilevati alle 15 di venerdì 27 marzo dal Ministero dell’Istruzione, la partecipazione del personale del comparto scuola allo sciopero indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Ugl, Gilda, Cossma e Fis-Cab è stata pari al 33,6 per cento.
In particolare, secondo il comunicato stampa del Miur, nelle 6.247 scuole rilevate (su 10.765) hanno scioperato 194.690 dipendenti (su 578.071 tenuti al servizio).
Si tratta di dati parziali, cui fanno da controaltare le stime sindacali che parlano di un’adesione vicina al 70%. E’ possibile però fare una comparazione con dati omogenei relativi al precedente sciopero generale del 24 ottobre 2003.
Il Miur, nel giorno stesso di quello sciopero comunicava che “secondo i dati parziali rilevati alle ore 14.00 dal Ministero dell’Istruzione, la partecipazione allo sciopero generale… è stata pari al 43,59 per cento. In particolare nelle 5.902 scuole rilevate hanno scioperato 237.246 dipendenti.”
Anche se l’adesione del 33,6% può considerarsi molto alta per un settore come quello della scuola naturalmente refrattario agli scioperi e alle manifestazioni, 10 punti in percentuale in meno non sono cosa da poco.
Se l’adesione allo sciopero più bassa del previsto verrà confermata dai dati finali, occorre capire se la causa vada ricercata nel raffreddamento di una parte della categoria circa l’opposizione radicale alla riforma del ministro (come sembra far capire lo Snals che non ha aderito allo sciopero) oppure se il tema della scuola, compreso all’interno della protesta dello sciopero generale, si sia stemperato perdendo di specificità e di forte richiamo per i docenti (come temeva la Gilda, che aveva scelto un’altra data per lo sciopero).