Sciopero, elezioni RSU e Finanziaria

Tre anni fa, quando vi furono le elezioni per il rinnovo delle RSU nella scuola, più che la discussione sui temi della rappresentatività sindacale nelle scuole e dei contenuti delle relazioni sindacali, furono le polemiche sulla riforma dell’allora ministro Moratti e le contrarietà alle innovazioni prospettate a portare migliaia di insegnanti alle urne.
Oggi ad accendere gli animi, passata la Moratti, potrebbe la legge finanziaria, soprattutto per le questioni – non certamente secondarie – che riguardano i tagli di organico, i precari, le graduatorie permanenti e la certezza delle risorse per il rinnovo del contratto.
E sarà sciopero (solo un’ora) anche da parte dei sindacati confederali della scuola per i giorni 11 e 13 dicembre, dopo che lo Snals (da tempo) e la Gilda (più recentemente) avevano fissato per il 7 dicembre la giornata di astensione.
I giorni di sciopero scelti dal sindacato sono previsti dopo la chiusura delle urne per i rinnovi delle RSU, ma la sola proclamazione, accompagnata dalle assemblee nelle scuole, potrebbe contribuire a mobilitare il personale anche verso il voto.
A voto incassato verranno i giorni di sciopero che coincidono con le votazioni decisive in Senato per accogliere o meno le richieste sindacali.
Una pressione, dunque, sul Parlamento che, se i tempi sono stati ben calcolati e le richieste verranno accolte anche in parte, potrebbe portare – tutto è possibile – alla revoca dello sciopero.
Si avrebbero due piccioni (voto per le RSU e modifiche alla Finanziaria) con un fava sola (la proclamazione di sciopero).