Sciopero dell’Unicobas: tra rivendicazioni e slogan

Si è conclusa nel primo pomeriggio la manifestazione nazionale dell’Unicobas – nel giorno dello sciopero generale indetto dallo stesso sindacato -, organizzata davanti al ministero dell’Istruzione: erano presenti alcune centinaia di manifestanti e anche molti gruppi studenteschi.

Diversi gli slogan pronunciati contro l’operato del governo e del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Per la giornata di mobilitazione il sindacato ha anche fatto stampare degli appositi manifesti, sopra i quali ha riassunto i motivi della protesta.

Secondo l’Unicobas stiamo assistendo al “più grande taglio della storia della Repubblica nella scuola: 150mila fra precari e personale di ruolo liquidati in tre anni; la prossima approvazione del ddl Aprea: scuole trasformate in fondazioni rette da consigli di amministrazione con privati; marginalizzazione del collegio dei docenti; istruzione minimalista, riduzione generalizzata del tempo scuola e delle ore per materia anche nei licei; assunzione e valutazione diretta dei docenti e del personale Ata da parte dei dirigenti; eliminazione delle Rsu d’istituto“.

Lo stato d’animo dei manifestanti è stato rappresentato anche attraverso alcuni striscioni: “Docenti e Ata uniti nella lotta, la scuola pubblica non si tocca”, “Collega nella scuola non stare lì a guardare, c’è la scuola pubblica da salvare”.

La manifestazione di oggi pare rinsaldare l’unione nell’impegno sul fronte della scuola da parte del binomio Unicobas-Italia dei Valori. In particolare, il segretario nazionale dell’Unicobas Stefano d’Errico ha ricordato la lotta della propria organizzazione per contrastare il disegno di legge Aprea, con la presentazione, attraverso l’Idv, di una proposta che prevede un consiglio superiore di docenza attraverso il quale possano essere introdotti parametri minimi di stipendio in linea con le media europea, un numero massimo di studenti per classe ed anche una carriera dei docenti (sganciata dal pubblico impiego) che possa permettere agli insegnanti più meritevoli di approdare anche all’università.