Sciopero della scuola, il giorno dopo: la guerra delle cifre

Il Dipartimento della Funzione Pubblica, che raccoglie i dati degli scioperi ai sensi dell’art. 5 della legge 146/1990, ha reso noti i dati, suddivisi per Regioni, degli aderenti allo sciopero indetto per la giornata di ieri nel comparto scuola dalla FLC Cgil e dalla Gilda: Abruzzo 5,19%, Basilicata 2,90%, Calabria 1,88%, Campania 2,76%, Emilia-Romagna 18,37%, Friuli Venezia Giulia 10,72%, Lazio 6,32%, Liguria 20,79%, Lombardia 12,80%, Marche 8,03% Molise 6,36%, Piemonte 10,55%, Puglia 3,70%, Sardegna 20,77%, Sicilia 5,26%, Toscana 22,24%, Umbria 8,87%, Veneto 10,30%, per una partecipazione media dell’8,33%.

Questo il dato ufficiale. Ma, come avviene sempre, gli organizzatori della mobilitazione snocciolano altri dati.

La FLC Cgil quantifica l’adesione allo sciopero nelle scuole mediamente attorno al “45%, alta soprattutto nella scuola di base, con punte del 60-70%. Molte scuole chiuse anche per la massiccia adesione del personale ATA, fascia di lavoratori più debole e per questo più colpita dai tagli indiscriminati“.

A livello locale, le adesioni sono per l’organizzazione sindacale a Torino il 40%, a Novara il 72% – in Emilia il personale ATA aderisce per il 50%, a Forlì-Cesena per l’80% – a Pescara, punte del 60-70% – a Brescia il 72%, a Cremona il 66% – in Toscana ha scioperato in media il 35%, alta la partecipazione del personale ATA (Grosseto 89%) – chiuso l’Istituto musicale Pergolesi di Ancona e l’accademia delle belle arti di Urbino – chiusa la facoltà di scienze della formazione di Bologna, 41% all’università di Genova e 60% all’università di Firenze, all’università Statale e al Politecnico di Torino oltre il 50%.

Anche per il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, “dai primi dati in possesso pervenuti dalle province, risulta che la partecipazione allo sciopero è stata elevata, soprattutto nella scuola primaria. Un dato particolarmente significativo se si considera che molti sindacati non hanno aderito“.