Scheda di valutazione, scrutini e privacy

Proprio in concomitanza con l’uscita della circolare ministeriale sulla valutazione degli alunni (avvenuta lunedì 6 dicembre) e con il dibattito che sta accompagnando la questione della scheda personale, il Garante per la protezione dei dati personali interviene con decisione a smentire le voci “del tutto infondate riguardanti la privacy nelle scuole“.
Non è vero che i voti scolastici devono restare segreti – afferma l’Autorità per la protezione dei dati personali – non è vero che i risultati degli scrutini devono rimanere clandestini“, si tratta di una sorta di “leggenda metropolitana“.
Non esiste infatti alcun provvedimento del Garante che imponga di tenere segreti i voti dei compiti in classe, delle interrogazioni o gli scrutini, né di consegnarli agli alunni in busta chiusa.
Il 9 febbraio di quest’anno – ricorda sempre il Garante – un’ordinanza del Ministro per l’istruzione ricorda peraltro che anche i punteggi attribuiti come crediti scolastici a ciascun alunno sono pubblicati nell’albo degli istituti, unitamente ai voti conseguiti in sede di scrutinio finale. In ciascun albo va anche pubblicato l’esito degli esami, ‘con la sola indicazione della dizione non promosso nel caso di esito negativo“.
Riguardo infine a supposti regolamenti privacy sui dati sensibili, l’autorità presieduta da Stefano Rodotà è chiarissima: “nessun istituto scolastico secondario dovrà o potrà dotarsi a proprio piacimento di un regolamento sui dati ‘sensibili’. Il ‘Codice’ contiene già regole chiare e ciò che manca al riguardo è solo un unico regolamento attuativo ministeriale che dovrà conformarsi ad un parere del Garante“.
La ferma presa di posizione del Garante dovrebbe chiarire una volta per tutte questa questione della riservatezza dei voti e degli scrutini, anche se, come si sa, le leggende metropolitane sono dure a morire…