Scenari OEB. Un mentore online per ogni studente

OEB (acronimo di Online Educa Berlin, https://www.online-educa.com) è la sigla della ormai tradizionale conferenza che si svolge ogni anno a Berlino dal 1995, con il patrocinio del Ministero federale tedesco dell’istruzione e della Commissione Europea, ed è dedicata al dibattito internazionale sul rapporto tra nuove tecnologie e apprendimento.

Anche quest’anno la conferenza si è tenuta a Berlino dal 30 novembre al 2 dicembre 2016 con l’intervento di oltre 2000 partecipanti provenienti da 93 Paesi e di 270 relatori di 40 diverse nazionalità.

Grande spazio è stato riservato al ruolo che l’intelligenza artificiale si appresta a giocare nell’evoluzione dei sistemi educativi e delle metodologie di insegnamento e apprendimento. Di questa tematica si è occupato uno dei relatori principali, Roger Schank, uno psicologo cognitivo americano dell’università di Austin (Texas). Ecco in sintesi che cosa ha detto.

Dopo aver premesso che la tecnologia può cambiare tutto, ma che se si limiterà a veicolare contenuti vecchi non cambierà niente in nessun settore, Schank – da sempre sostenitore del learning by doing – propone per l’educazione una strategia radicalmente innovativa, articolata in cinque punti:

– Eliminare le lezioni, considerate innaturali.

– Predisporre un grande data base contenente il maggior numero possibile di brevi comunicazioni (“stories”), della durata massima di un minuto e mezzo, che riproducano gli scambi di informazioni che avvengono nelle normali conversazioni.

– Creare una serie di esperienze virtuali attraverso le quali i bambini già attorno ai dieci anni possano soddisfare i loro interessi: per esempio fare il pompiere, oppure il medico o qualsiasi altra attività. In caso di necessità o per consigli sarebbero assistiti da adulti specializzati nei diversi settori.

– Predisporre corsi, a scelta di ciascuno studente, costruiti in modo che egli possa apprendere nel modo che preferisce, ma sempre in un contesto interattivo, di scambio e di lavoro di gruppo.

– Utilizzare sistematicamente il mentoring a sostegno del teaching: la tecnologia rende possibile mettere a disposizione di ciascun alunno un mentor (porremmo tradurre con ‘assistente’) virtuale che risponda a tutte le sue domande, cosa che nessun insegnante potrebbe fare dovendosi occuparsi di una classe intera e dovendo attenersi a uno standard. Il mentor può invece soddisfare le specifiche esigenze personali dell’alunno.

Secondo Schank non esistono impedimenti tecnici alla realizzazione di questo nuovo scenario dell’educazione: le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale potrebbero renderlo concreto in un tempo relativamente breve. L’ostacolo è essenzialmente culturale, non economico. Concludendo il suo intervento lo studioso ha detto che basterebbe che lo Stato nel quale egli vive, il Texas, investisse su tale nuovo scenario i 300 milioni di dollari all’anno che attualmente spende per fare gli inutili (“silly”) test di valutazione dell’apprendimento.