Rossi-Doria contro una scuola che produce ‘sfigati’

Sfigati”. Ha detto proprio così, rilanciando un termine già utilizzato da un altro sottosegretario, Michel Martone (governo Monti), il sottosegretario Marco Rossi-Doria, intervistato dal programma ‘Tutta la città ne parla’ di Rai Radio3, come riferisce l’agenzia Ansa.

Commentando una presa di posizione del ministro Carrozza, secondo la quale la bocciatura deve essere una “scelta estrema”, il sottosegretario ha sostenuto che “non basta non bocciare, nella scuola serve equità”, toccando un tema, quello della riduzione delle bocciature, affrontato anche del dossier “Sei idee per rilanciare la scuola” di Tuttoscuola. Ma per fare una scuola equa occorrerebbe rinunciare alla standardizzazione: “una scuola equa non dà la stessa cosa a tutti, ma dà di più a chi parte con meno, come diceva don Milani. Fa scoprire le parti nascoste di ciascuno studente e ne stimola i lati più forti. Se non si procede così, ci ritroveremo con una scuola dei talenti da una parte e una scuola degli ‘sfigati’ dall’altra, ma questo sistema non funziona”.

Occorrerebbe, a suo giudizio, “saper riconoscere i diversi contesti familiari e sociali di provenienza e colmare gli svantaggi con dei programmi integrati e razionali: gli insegnanti italiani hanno gli strumenti per fare tutto questo?

No, risponde Rossi-Doria, anche perché “negli ultimi anni sono stati sottratti 8,4 miliardi all’istruzione”. Ma il problema è solo finanziario? Probabilmente no. “Laddove ci sono risorse e gli insegnanti si organizzano in autonomia, rispondendo direttamente ai ragazzi, si ottengono grandi risultati sia in termini di riduzione delle bocciature sia nel settore difficile dell’accompagnamento di chi è in difficoltà”. Poi ripete: “Mancano le risorse, non gli strumenti culturali e didattici”.

Ma è proprio così? O c’è – come sosteneva d’altra parte anche don Milani – un problema, forse di ancora più difficile soluzione, di riconversione culturale e professionale degli insegnanti, che in buona misura sono rimasti ‘vestali della classe media’, come li definiva un famoso saggio di Barbagli-Dei del 1969?