Ritorno al maestro unico, le critiche dei sindacati

All’indomani del decreto che ripristina il voto in condotta, le votazioni numeriche accanto ai giudizi, l’educazione civica e stradale e le dichiarazioni del ministro Mariastella Gelmini sul maestro unico, fioccano i commenti (negativi) dei sindacati.

La Flc Cgil sul suo sito definisce l’ipotesi di ritorno al maestro unico come “il trionfo del qualunquismo, delle chiacchiere salottiere al tavolino del bar”, e ricorda come la scuola elementare italiana sia “ai primi posti nelle classifiche europee per i risultati di apprendimento degli alunni”.

In base a queste considerazioni, La Flc Cgil, trovando “offensiva per la scuola italiana e per la cultura di questo Paese una politica che procede per spot populisti e intanto toglie diritti alle famiglie e ai bambini”, chiede “un deciso passo indietro verso una politica più saggia e più rispettosa”.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, accetta l’impostazione del ministro Gelmini di tornare al voto numerico, assegnandole ironicamente un doppio voto, 5 in condotta e 4 in pedagogia, e commenta: “Colpisce la disinvoltura con la quale si preannuncia la rottamazione, attraverso il ripristino del maestro unico, di una delle più significative esperienze di innovazione e crescita della scuola italiana, frutto di un’approfondita elaborazione culturale e dell’appassionato lavoro di tanti insegnanti”.

Sul versante opposto si schierano ovviamente i partiti di governo, ma anche esperti. Irene Aderenti, senatrice della Lega Nord e componente della commissione Cultura del Senato, spiega: “Il modulo 3 insegnanti su 2 classi ha a in realtà secondarizzato la scuola primaria togliendole la prerogativa di insegnare utilizzando il metodo dell’ unitarietà dell’apprendimento quale strategia più consona al periodo psicologico più delicato, quello dai 6 ai 10 anni. I bambini hanno un modo di apprendimento unico, non settoriale o a compartimenti stagni come prevedeva lo sviluppo della didattica dei moduli”.

Italo Farnetani, docente di pediatria all’Università di Milano-Bicocca, invita a dire la verità sul maestro unico: “I tre maestri alle elementari nacquero per creare posti di lavoro, più che per seguire meglio i bambini. Anzi, a questa età è bene che i piccoli abbiano una figura unica di riferimento, con cui instaurare un rapporto continuo e diretto”.