Ritorno a scuola: le rilevanti conseguenze delle proposte regionali

Nel documento delle proposte presentate dalla Conferenza delle Regioni per la ripresa in sicurezza delle attività didattiche viene prospettata, tra l’altro, la necessità di garantire ad ogni alunno uno spazio di almeno 2 metri quadrati e di prevedere tra i primi banchi e la cattedra dell’insegnante almeno due metri di distanza. Applicando questi due parametri sarebbero sufficienti le aule attuali per contenere tutti gli alunni della classe? In caso diverso cosa succederebbe in termini di ricorso ad aule aggiuntive?

Tuttoscuola ha simulato una possibile applicazione, assumendo come dato di partenza un’aula scolastica tipo di circa 48 metri quadrati, che corrisponde ad una dimensione di 6×8 metri.

Se preliminarmente si calcola la zona di rispetto tra cattedra e banchi (almeno due metri), pari a circa 12-15 metri quadrati, resta uno spazio utile di 33-36 metri quadrati per gli alunni.

Dovendo assicurare almeno 2 metri quadrati per alunno, lo spazio utile dell’aula può accogliere al massimo 17-18 alunni, risultante dalla ripartizione del complessivo spazio utile suddiviso in 2 mq per alunno. 

Per i tre settori interessati (primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado) Tuttoscuola ha calcolato la fattibilità e l’eventuale ricorso a soluzioni integrative.

Nella scuola primaria in questo anno scolastico hanno funzionato 128.148 classi, di cui 53.295 con un massimo di 18 alunni per classe e le restanti 74.853 con oltre 18 alunni.

Nella scuola secondaria di I grado hanno funzionato 78.002 classi, di cui 14.154 con un massimo di 18 alunni per classe e le restanti 63.848 con oltre 18 alunni.

Negli istituti di secondaria di II grado hanno funzionato 121.541 classi, di cui 18.776 con un massimo di 18 studenti per classe e le restanti 102.765 con oltre 18 studenti.

Sarebbero, pertanto, complessivamente 241.466 le classi che, con capienza insufficiente ad ospitare oltre 18 alunni, sarebbero costrette a ricercare soluzioni logistiche alternative.

Le soluzioni logistiche alternative potrebbero derivare da due condizioni favorevoli: una quota di quelle classi numerose potrebbe fruire già di aule adeguatamente capienti, una seconda quota potrebbe essere ospitato in adeguati spazi alternativi all’interno o all’esterno dell’edificio scolastico.

Consideriamo un’ipotesi di minima e una di massima.

Ipotesi minima: 10% di aule capienti (circa 24 mila) e un altro 10% di spazi alternativi interni o esterni (circa 24 mila).

Avremmo 48 mila classi che, se pur contrassegnate da numerosità, possono continuare a funzionare senza smembramenti delle scolaresche.

Per contro, però, avremmo oltre 193 mila classi da sdoppiare in due raggruppamenti di oltre 96 mila classi ciascuno. Avremmo, pertanto non meno di 96 mila nuove classi (quelle nate dallo sdoppiamento) da gestire.

Ipotesi massima: 20% di aule capienti (circa 48 mila) e un altro 20% di spazi alternativi interni o esterni (circa 48 mila).

Avremmo 96 mila classi che, se pur contrassegnate da numerosità, possono continuare a funzionare senza smembramenti delle scolaresche.

Per contro, però, avremmo oltre 145 mila classi da sdoppiare in due raggruppamenti di oltre 72 mila classi ciascuna. Avremmo, pertanto non meno di 72 mila nuove classi (quelle nate dallo sdoppiamento) da gestire.

Questa seconda ipotesi risulterebbe comunque più favorevole.

Quali conseguenze ci sarebbero per questi sdoppiamenti?

Le classi sdoppiate dovrebbero adattarsi a turnare con due possibili opzioni: dimezzare gli orari delle lezioni e avvalersi degli stessi insegnanti su ogni turno oppure mantenere gli orari di lezione raddoppiando il numero degli insegnanti.

Con gli orari dimezzati i turni si possono tenere nella stessa mattinata con possibili avvicendamenti (previa sanificazione delle aule tra un turno e l’altro). Con gli orari di lezione integrali sono necessari turni di mattino e pomeriggio con possibili avvicendamenti.

Tenendo conto dell’ipotesi massima, nel caso di orari di lezione integrali, considerato l’attuale rapporto di docenti per classe, le classi sdoppiate di scuola primaria avrebbe bisogno di 34.314 insegnanti in più, la scuola secondaria di I grado di 34.477 e la secondaria di II grado di altri 55.800 docenti, per un totale complessivo di 124.591.

Nel caso di ipotesi minima il fabbisogno sarebbe rispettivamente di 47.754 docenti di primaria, di 45.970 insegnanti di secondaria di I grado e di 74.401 per la secondaria di II grado per complessivi 166.125 insegnanti.

Le due soluzioni conseguenti a orario dimezzato o interamente confermato avrebbero conseguenze diverse. L’orario dimezzato comporterebbe un minor tempo a scuola da parte degli alunni e un conseguente contraccolpo sull’organizzazione familiare.

L’orario pieno sposterebbe il gravame sulle casse dello Stato con oneri dell’ordine di diversi miliardi di euro.   

 

 

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