Ritorno a scuola: le Regioni chiedono di procrastinare l’apertura al 7 gennaio. Bonaccini: ‘Io riaprirei a dicembre’

Si è svolto in videoconferenza l’incontro tra governo e regioni in vista del nuovo Dpcm. Tra aperture degli impianti da sci e orari del coprifuoco da definire, uno dei punti all’ordine del giorno dell’incontro è stata la scuola, o meglio la sua riapertura. E se le Regioni chiedono di rimandare l’apertura dopo l’Epifania, per Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, le scuole potrebbero riaprire già a dicembre. Una posizione questa che invece per il governatore del Veneto, Luca Zaia, sarebbe sbagliata. Intanto in Alto Adige lunedì, 30 novembre, riprenderà la didattica in presenza nelle scuole medie e apriranno tutti i negozi.

Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”. Lo ha detto nel punto stampa quotidiano sul covid il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla riunione tra i ministri Boccia, Speranza e la conferenza regioni, l’Anci con Decaro e le province italiane. 

“Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole – ha detto Toti – in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata”.

Io sarei per riaprire la scuola già in dicembre, ma su questi temi non si possono fare cose diverse uno dall’altro. Di scuola si è parlato troppo poco, per me la scuola è anche socialità, relazioni e stiamo rischiando di non comprendere fino in fondo il prezzo che stiamo facendo pagare ai ragazzi. Se si dovesse decidere per i primi di gennaio è comunque tempo non lontano, ma non bisogna sottovalutare cosa significhi aver rinunciato alla didattica in presenza: il tema della scuola va messo come centrale”, ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, parlando a ‘Omnibus’, su La7.

Riaprire le scuole il 9 dicembre, magari in fretta e furia, è un errore“, è la posizione invece del presidente del Veneto, Luca Zaia. “Ieri ho proposto che la riapertura non diventi un totem – aggiunge – fissiamo una data che sia plausibile”.

“Siamo nella fase in cui l’apertura può e deve essere strutturata. Se però sia opportuno aprire una settimana prima di Natale oppure consolidare un piano di riapertura che metta in sicurezza anche ciò che avviene prima e dopo la frequenza scolastica, lo deve decidere la politica. Ma la forte raccomandazione è non rischiare in questo momento per una riapertura che è esclusivamente simbolica. Coi simboli non si controlla un’epidemia”. Interviene così, secondo quanto riportato da Ansa, durante la trasmissione Agorà su Rai 3, il vicedirettore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Ranieri Guerra. “La nostra raccomandazione – ha aggiunto – è stata sempre quella di ricorrere alla chiusura delle scuole come ultima spiaggia, nel momento in cui non si riesce ad arrestare l’ondata epidemica”.

“Per me e per tutta la scuola siete un punto di riferimento prezioso, avete dato un contributo positivo in termini di lavoro e di dibattito. Avete messo al centro i diritti dei vostri piccoli pazienti. Tra la Sip e il ministero dell’Istruzione c’è un protocollo di intesa che ci vede alleati. La pandemia ha reso ancora più evidente l’importanza della collaborazione e la necessità di un rinnovato dialogo tra il mondo dell’istruzione e della sanità. In questi mesi così duri parlarsi ancor di più tra salute e istruzione è fondamentale, questo è percorso verso il quale dobbiamo andare e che va rafforzato. Avere presidi sanitari vicini alle scuole tranquillizza tutti. Il mondo della pediatria che rappresenta un pezzo fondamentale del Cts e penso al prof. Villani, una persona eccezionale, noi tanto dobbiamo a lui per i nostri bambini. Lo sforzo di tutti noi è dare una mano ai bambini più fragili, questo obiettivo ci pone davanti grandi responsabilità di fronte alle giovani generazioni che più che mai oggi hanno bisogno di noi. E’ il lavoro più bello che si possa fare”. E’ quanto dichiarato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, al congresso della Società italiana di pediatria. “Ci sono tanti temi da affrontare insieme, quello dell’educazione sanitaria possiamo farlo rientrare nell’educazione civica e lo faremo con la corretta educazione alimentare. L’istruzione rappresenta sempre la migliore prevenzione”, ha concluso.