Ritorno a scuola prima di Natale, i sindaci: ‘Sì, ma solo con ingressi davvero scaglionati e incremento dei trasporti’. Le ipotesi

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha incontrato i sindaci in un vertice che ha avuto come oggetto il ritorno a scuola. L’incontro è terminato con una sorta di impegno a riportare, gradualmente, gli studenti alle lezioni in presenza già prima di Natale. Una data precisa ancora non viene indicata (anche se si parla del prossimo 9 dicembre), ma quel che sembra certo è che il ritorno dovrà essere accompagnato da una serie di misure di “prevenzione”, piuttosto precise: dalla corsia preferenziale per le scuole nelle Asl al potenziamento del servizio di trasporto pubblico, fino ad arrivare a un reale scaglionamento did ingressi e uscite.

“Abbiamo offerto la nostra massima disponibilità a collaborare con il governo: l’obiettivo comune è di riaprire le scuole. Un obiettivo con ogni evidenza di interesse dei bambini e dei ragazzi nella duplice ottica di contenere la dispersione scolastica e garantire l’indispensabile socialità assicurata nelle prime classi”, ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. “La nostra massima e unitaria disponibilità a collaborare, però, non può prescindere da alcuni nodi sui quali siamo tornati a sollecitare la ministra e, per suo tramite, l’intero governo”.

Gli enti locali, insomma, pur concordando sulla necessità di far rientrare a scuola i ragazzi il prima possibile, non vogliono che i problemi che si sono presentati a settembre e che hanno di fatto comportato la chiusura delle scuole, si ripresentino a dicembre senza che nulla sia stato risolto.

Orari di ingresso e uscita “davvero scaglionati”, garanzie sull’incremento di mezzi di trasporto in modo da evitare affollamenti sugli autobus e alle fermate e la necessità di protocolli sanitari “univoci e chiari” per fissare le modalità di tracciamento, di quarantena e utilizzo dei test rapidi sono tra le richieste dei sindaci.

Per Azzolina, da giorni in pressing sul governo per riaprire le scuole, l’incontro è un primo risultato positivo: “Ho molto apprezzato lo spirito di collaborazione emerso dalla riunione con i sindaci delle aree metropolitane – ha dichiarato al termine dell’incontro -. Siamo tutti d’accordo che la scuola sia una priorità, lavoriamo insieme per riportare gradualmente gli studenti in classe”.

Nel dibattito è intervenuto anche il presidente dell’Upi (Unione delle province italiane), Michele De Pascale, che ha sostenuto come le province, che si occupano di gestire gli istituti superiori dove studiano 2 milioni e 500 mila ragazzi, siano “favorevoli al ritorno in classe dei ragazzi”, ma per le scuole superiori il rientro “deve avvenire con gradualità ed equilibrio, in modo da evitare di dovere intervenire con frenate brusche”.

Il confronto proseguirà nei prossimi giorni. Tra le ipotesi al vaglio (anche del governo), c’è quella di far rientrare in presenza gli studenti di prima e quinta superiore, oppure quella di far tornare prima i ragazzi della secondaria di secondo grado delle regioni con minor rischio sanitario.

“La scuola va riaperta appena possibile. Noi non dobbiamo procurare disagi in particolare ai nostri giovani”, ha intanto ribadito ancora una volta il premier Giuseppe Conte nel corso del vertice a Palazzo Chigi  con i ministri e i capidelegazione della maggioranza che si è svolto lo scorso 25 novembre.