Ritorno a scuola: ‘A settembre in classe? Non ci sono le condizioni. La Ministra non ci ascolta’. La rabbia dei sindacati

Tutti in classe dal 14 settembre, in pratica tra circa un mese e mezzo. E ancora tante le domande che aspettano una risposta. Lo scorso 16 luglio i sindacati della scuola hanno incontrato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per affrontare le questioni più urgenti sulla ripartenza. Ma gli esiti dell’incontro non sembrano essere stati positivi: si è parlato di linee guida troppo generiche, troppe responsabilità addossate alle scuola, mancanza di chiarezza sugli organici e troppo poco tempo davanti per fare tutto. Insomma, per i sindacati mancherebbero le condizioni per un rientro a scuola in sicurezza a settembre prossimo. E’ quanto emerso dalla videoconferenza stampa organizzata questa mattina da FLC CGIL, Cisl Scuola, Gilda Unams, Snals Confsal e Uil Scuola, dal titolo “La scuola si fa a scuola”.

Sinopoli (FGC CGIL): “Senza organico non si va da nessuna parte”

“Si parla solo di banchi, ma serve altro”, ha detto Francesco Sinopoli, segretario della FLC CGIL. “Senza organico aggiuntivo non si va da nessuna parte: il tempo scuola si ridurrà, bisogna dirlo alle famiglie. Per tornare a scuola in presenza serve un decreto legge, con spazi e organici aggiuntivi. Bisogna approvare provvedimenti straordinari, ma non è stato fatto: servono scelte chiare e indiscutibili”, ha continuato Sinopoli ribadendo con forza la posizione già espressa dal sindacato lo scorso 16 luglio, nel corso dell’incontro con la ministra Azzolina. 

Maddalena Gissi (Cisl Scuola): “Serviva un piano B”

“Ci dicono di aspettare i fondi del Recovery Fund, che però potrebbero arrivare la prossima primavera. E la scuola non può attendere“, ha sottolineato Maddalena Gissi, segretaria Cisl Scuola. “Gli 80 mila posti destinati alle assunzioni – ha continuato la segretaria – sono una menzogna. Perché non avendo dato seguito alle nostre richieste non potranno essere destinati. Cosa succederà se il 1° settembre non ci saranno le graduatorie pronte? Se non saranno state effettuate le immissioni in ruolo? E se dovesse ripetersi i lockdown in alcune zone del Paese? Serviva un piano B. Senza un provvedimento legislativo, con le coperture adeguate, non si va da nessuna parte. Non servono le passerelle, ma i ponti stabili. Occorre approvare una norma strutturale”, ha concluso.

Pino Turi (Uil Scuola): “Non c’è interesse ad ascoltare il sindacato”

“Vorrei sapere quale è il piano del Governo, che non c’è”, ha detto anche Pino Turi, segretario Uil Scuola. “Apriamo la scuola a settembre, in sicurezza e in presenza. Si deve fare con le persone, invece oggi messe da parte. Ieri abbiamo posto in un confronto formale, con pochi minuti per esprimere il proprio parere, le nostre ragioni. Ma era una passerella, non c’è interesse ad ascoltare il sindacato. Ci sono 200 mila posti da coprire, ma digitalizzare un milione di domande non sarà facile: se non ci sarà la possibilità di scorrere le nuove graduatorie provinciali bisogna avere il piano B. La vera emergenza è aprire le scuole: la ‘casa’ sta andando a fuoco e invece di chiamare i vigili del fuoco, si convoca l’arredatore”.

Elvira Serafini (Snals Confsal): “Viviamo su Marte? Bisogna rivedere le responsabilità civili e penali dei dirigenti”

“Quando la ministra dell’Istruzione ha detto che la scuola si può fare anche nei musei, nelle parrocchie e nei cinema, ci siamo subito allarmati – ha detto invece Elvira Serafini, Snals Confsal – . È facile dire che portando fuori dalle aule gli studenti si fa cultura. Sono belle parole, ma andiamo ai fatti. Sorge il dubbio che non sia abbia la dimensione reale dei problemi seri. Chi è responsabile dell’igiene, della sanificazione e della sicurezza in questi luoghi. Chi accompagna gli alunni in questi locali? Sappiamo quanto è complesso fare un’uscita. Con quali trasporti si porteranno gli alunni? Bisogna rivedere le responsabilità civili e penali dei dirigenti. La ministra dell’Istruzione ha detto che è sufficiente che il dirigente misuri con il metro ed è tutto risolto: ma viviamo su Marte? Allora va tutto bene sulla Terra. Quando abbiamo lo sdoppiamento delle aule, chi mettiamo nelle classi ad insegnare? Dei manichini?”, ha concluso.

Rino Di Meglio (Gilda Unams): “Si fa il solito ‘scarica barile'”

“La ministra non risponde alle nostre domande sulla sicurezza”, ha lamentato anche Rino Di Meglio, Gilda Unams. “Si parla di un metro statico, ma io non conosco bambini statici. La verità è che si fa solo il solito ‘scarica barile’ all’italiana. Come cittadino ed insegnante ho una grandissima preoccupazione per la riapertura. Per stare in sicurezza serve spazio e personale. Ad oggi, sono stati addirittura ridotti gli organici, ridotti i posti di potenziamento. E allora? Prima riduciamo i posti e poi ne diamo una manciata a settembre? Si parla di ore di lezione di 40 minuti, ma è una cosa assurda: significa semplicemente mascherare la riduzione del tempo scuola”.