Ritiri e abbandoni piaga delle aree meridionali

L’anno scorso gli studenti non promossi negli istituti di istruzione secondaria sono stati 288.500 su 1.800.000, pari al 16%.
Se si esaminano le sole prime classi gli studenti non promossi sono stati 109 mila su poco più di 543 mila, pari ad una selezione del 20%.
All’inizio dell’anno, però, gli studenti iscritti erano molti di più, sia nelle prime che nelle altre classi.
Nel primo anno di corso erano 616 mila, ma più di 73 mila hanno interrotto gli studi o con ritiro formalizzato oppure con abbandono non giustificato.
Dalla prima alla quarta, all’inizio dell’anno erano molti di più di 1.800.000: erano infatti 2.125.000. Hanno interrotto gli studi in 325 mila (e altri 289 mila, come detto all’inizio, sono stati bocciati).
Ogni anno è così, ormai da tempo: migliaia di ragazzi abbandonano anzitempo e non vengono nemmeno scrutinati.
Dagli ultimi dati rilevati dal MPI (anno scolastico 2004-2005) risulta che la maglia nera di queste interruzioni (formalizzate o meno) sui cinque anni di corso la detengono le Isole con il 7,5% di abbandoni o ritiri.
Nel primo anno la percentuale in Sardegna raggiunge il 14,2%, in Sicilia il 13,7%.
Le regioni del Sud registrano il 10,9% di ritiri/abbandoni nel primo anno, con la Calabria e la Campania che, sempre per le prime classi, superano il 12% in questa triste classifica.
Il Nord Est registra complessivamente sui cinque anni di corso un tasso di ritiro/abbandono del 3,8% che, per il solo primo anno, si alza al 5%.
La provincia con il peggior tasso di ritiri-abbandoni durante il primo anno di corso è stata nel 2004-2005 Crotone con il 18,9%, seguita da Palermo con il 17,5%.
La provincia più virtuosa è risultata Isernia con il 2,0%, seguita da Lecco con il 2,1%.