Riordino delle province, ora la manutenzione delle scuole è a rischio

Se il decreto legge sul riordino delle province non dovesse essere convertito in legge “si vivrà un periodo di incertezza per l’esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini come manutenzione di scuole superiori e strade, gestione rifiuti, tutela idrogeologica e ambientale“. E’ quanto sottolinea uno studio del Dipartimento Riforme del governo inviato ai senatori in vista della discussione in aula del decreto martedì prossimo, l’11 dicembre.

Si porrà inoltre una questione finanziaria – continua il documento – legata al problema dei mutui contratti dalle province con banche e soprattutto Cassa depositi e prestiti: a questi dovranno subentrare regioni o comuni o dovranno essere frazionati; altri problemi riguarderanno il trasferimento del personale, dei finanziamenti, dei beni immobili“.

Il problema, sottolinea lo studio, riguarda l’operatività delle città metropolitane dovuta alla mancanza di definizione del sistema elettorale del consiglio metropolitano, alle incertezze sui rapporti tra sindaco del comune capoluogo e sindaco metropolitano e sui rapporti patrimoniali e finanziari, il perimetro diverso per Firenze e Milano”.

La mancata conversione in legge del decreto farebbe ‘rinascere’ le 35 province che si intendeva sopprimere, ma farebbe venire meno le funzioni fondamentali delle province – oggetto della spending review -, che resterebbero “titolari di sole funzioni di indirizzo e coordinamento” mentre le Regioni dovranno emanare entro la fine di quest’anno “leggi per riallocare le funzioni”. Se non provvederanno “lo Stato dovrà intervenire in via sostitutiva“.

Il risultato di questo sarebbe “un periodo di incertezza per l’esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini (come manutenzione di scuole superiori e strade, gestione rifiuti, tutela idrogeologica e ambientale)”. Come dire: o si converte il decreto legge, o la manutenzione delle scuole superiori è a rischio.