Riordino del Miur/2: non basta produrre regole

Semplificazione, miglioramento della qualità della regolazione, sussidiarietà sono aspetti che avrebbero potuto rendere attraente l’intervento, in primo luogo perché non “costano” ed in secondo luogo come risposta ai nuovi impulsi dei ministri Brunetta e Calderoni, che ipotizzano un’amministrazione moderna che funzioni, che consenta di assicurare un assetto istituzionale più efficiente, di rinsaldare il rapporto tra amministrazione, istituzioni scolastiche, personale della scuola e società, di colmare il deficit di governo amministrativo, di creare condizioni capaci di realizzare le condizioni ambientali più favorevoli ai processi di riforma.

Questo scenario presuppone il riordino prioritario delle competenze previste dall’art. 117 della Costituzione, che riconosce ai territori ed alle istituzioni che li governano maggiore autonomia in un contesto di responsabilizzazione.

Ben venga, perciò, una rinnovata attenzione al riordino dell’Amministrazione Centrale del Ministero come giusta cornice per dare concretezza operativa all’Accordo Quadro di attuazione del Titolo V per il settore istruzione, che attende di essere formalizzato in una delle prossime riunioni della Conferenza Unificata.

E’ una sfida difficile e complessa ma possibile, e perciò da cogliere per avviare concretamente l’azione di modernizzazione e l’aumento di efficienza che significa, tra l’altro, meno influenza politica sui dirigenti nella scelta dei comportamenti amministrativi ritenuti necessari per il raggiungimento dei fini istituzionali.