Riforma, l’UDC tra inquietudini e aspettative

L’attesa non è andata delusa. C’era il ministro Moratti e la dirigenza del MIUR, sindacalisti, giornalisti ed esperti ad ascoltare Beniamino Brocca lo scorso venerdì 30 ottobre a palazzo Marini, vicino a Palazzo Chigi. La Moratti ha intrattenuto la platea, com’è nel suo stile, su temi generali (gli investimenti nel capitale umano, gli obiettivi europei di Lisbona, il ritardo dell’Italia nella formazione scientifica e tecnico-professionale), senza entrare nel merito delle questioni e dei problemi subito dopo puntigliosamente sviluppati (la conferenza si chiamava proprio “punto per punto”) dall’ex parlamentare e sottosegretario UDC, alla presenza dei ministri Buttiglione e Giovanardi e del segretario del partito Marco Follini.
Non c’è stata replica del ministro, che però ha seguito la relazione di Brocca con attenzione, e non ha mancato di congratularsi con lui alla fine del suo intervento. Che è stato complesso e articolato, denso di citazioni e metafore dietro le quali stavano però puntualizzazioni e avvertimenti abbastanza trasparenti, rivolti anche a settori della stessa maggioranza (per esempio sulla questione della pari dignità del canale professionale con quello liceale), e con qualche eco perfino all’interno del governo, come sulla questione della disputa precari-sissini (notoriamente difesi, questi ultimi, dalla sottosegretaria Aprea, anche lei presente al convegno).
“Noi ci fidiamo del ministro Moratti” e della sua capacità di farsi carico delle nostre esigenze e proposte, ha detto Brocca, a conclusione della sua relazione: ma gli accordi raggiunti in sede politica devono poi essere rispettati, e non aggirati nell’esercizio delle deleghe contenute nella legge n. 53/2003, o con espedienti di tipo amministrativo.