Riforma, eppur si muove

Si muove qualcosa sul fronte della riforma della scuola.
Di fronte allo stallo verificatosi in Consiglio dei ministri sulla bozza del primo decreto attuativo, il Miur tenta la strada alternativa di un progetto nazionale per le prime due classi della scuola primaria da avviare a settembre in sostituzione dell’avvio generalizzato della riforma vera e propria. Il progetto, incentrato sulla generalizzazione dell’inglese e dell’informatica, dovrebbe essere formalizzato dal Ministero dopo aver assunto il parere del Cnpi, atteso per il 24 luglio.


Il “piano alternativo” della Moratti ha avuto avvio il 27 giugno scorso, quando il Capo Dipartimento del Miur Pasquale Capo con una lettera al parlamentino scolastico ha chiesto che “l’autorevole avviso del CNPI sulla richiesta relativa all’estensione generalizzata dell’insegnamento della lingua inglese e dell’informatica nei primi due anni della scuola primaria, attenga ai contenuti pedagogici e didattici espressi nelle Indicazioni nazionali, non tralasciando anche di far conoscere suggerimenti sui profili organizzativi e sugli altri aspetti della riforma per un’innovazione di qualità del processo formativo”.

 

Dopo la gran cassa dei mesi scorsi per l’avvio vero e proprio della riforma, si tratta di un “mons parturiens”, di una piccola cosa, innocua e fattibile, che dovrebbe trovare via libera da parte del Consiglio nazionale. Al massimo l’ok del Cnpi potrebbe arrivare con riserva per la non certezza di copertura dei posti di docente necessari per far fronte al fabbisogno che dovrebbe riguardare circa 53 mila classi (già comunque provvisti di insegnante di L2 per circa 2/3).

Ma mentre il CNPI si prepara ad esprimere il proprio parere sul miniprogetto della Moratti per la generalizzazione dell’inglese e dell’informatica, all’interno della maggioranza viene avanti invece la richiesta di dare priorità alla lingua italiana.
La nuova priorità, secondo il senatore Giuseppe Valditara, responsabile scuola di Alleanza Nazionale, è un’altra “i”, quella dell’italiano, non le due di inglese e di informatica.

Con riferimento alla “ventilata ipotesi di un decreto ministeriale con cui si avvierebbero alcuni aspetti della riforma per la scuola dell’infanzia e primaria e, fra l’altro, l’insegnamento dell’inglese e dell’informatica nella scuola elementare”, il parlamentare chiede per conto di AN “l’immediato varo anche degli obiettivi specifici di apprendimento contenuti nelle indicazioni nazionali, così da potenziare gli insegnamenti ritenuti essenziali, in particolare quello della lingua italiana”.

 

Ma questa proposta non è recepita nella bozza inviata dal Ministero dell’Istruzione al Cnpi. Come si regoleranno ora gli attori di questa nuova puntata della tormentata riforma della scuola?