Riforma del II Ciclo, i commenti politici e sindacali

Sull’approvazione avvenuta oggi da parte della commissione Cultura della Camera dei pareri sui tre regolamenti di riforma del secondo ciclo dell’istruzione si registrano i primi commenti, da parte della maggioranza, dell’opposizione e del sindacato.

Per Fabio Garagnani, deputato del Pdl e componente della commissione Cultura della Camera, “si è posto un altro tassello alla definitiva riforma del sistema scolastico italiano, che senza perdere i caratteri distintivi che hanno determinato la sua originalità negli ultimi 150 anni della storia d’Italia, attua significative innovazioni e inserisce la scuola italiana nel contesto europeo. L’insegnamento delle lingue straniere, la riduzione del numero degli istituti tecnici, finalizzati a un maggior raccordo con l’impresa, la definizione di un ruolo per l’istruzione professionale, strettamente ancorato al territorio e infine il riordino dei licei sulla base di peculiarità e obiettivi comuni costituiscono – afferma – elementi significativi di una riforma profondamente sentita dall’opinione pubblica e dalla popolazione studentesca“.

Sul fronte opposto Pierfelice Zazzera, capogruppo Idv in commissione Cultura alla Camera, che spiega così il voto negativo da parte della propria formazione politica: “Abbiamo votato no perché si tratta di un provvedimento che rivede l’intero assetto della scuola senza una discussione parlamentare. Il riordino degli istituti di istruzione secondaria superiore è stato fatto esclusivamente sulla base del piano programmatico previsto da un decreto, in base al quale si tagliano risorse economiche e personali, si riducono orari e indirizzi e si ottiene come risultato una scuola che non garantisce né il merito né la qualità“.

Per il Pd a parlare è la capogruppo nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, secondo la quale “la maggioranza dovrà assumersi le proprie responsabilità per questa scelta, che è sbagliata e che è destinata a produrre gravi disagi agli studenti e difficoltà nella vita delle scuole“.

Per la parlamentare democratica, l’approvazione dei tre pareri “affonda le proprie radici nei tagli di Tremonti imposti all’istruzione pubblica: si è preteso di dare una veste di pseudo riforma a ciò che altro non è se non un assestamento di bilancio. Solo così si può spiegare la riduzione di ore di insegnamento, di cattedre, di laboratori, di discipline. A fronte di una necessità vera di riformare dalle fondamenta il nostro sistema delle scuole superiori si è preferito impoverire l’offerta formativa. Oggi in commissione la maggioranza non ha voluto accettare la nostra proposta, di buon senso, di rinviare di un anno l’applicazione dei regolamenti, al fine di migliorarne i contenuti e reperire le risorse necessarie. Il rinvio avrebbe scongiurato il caos assoluto che impedirà alle famiglie di scegliere consapevolmente il più adeguato percorso di istruzione per i propri figli“.

Sul terreno sindacale, il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima, spiega che, “pur nel doveroso rispetto delle posizioni assunte dai gruppi parlamentari, la Cisl Scuola non può non rammaricarsi del fatto che ancora una volta sulla scuola non si siano create le condizioni per un pronunciamento che superasse la logica degli schieramenti contrapposti e riproponesse il tema dell’istruzione come una priorità su cui far convergere gli interessi della comunità nazionale“.

Infine, l’approvazione odierna dei pareri da parte della Commissione Cultura delle Camera è una delle ragioni che spingono i Cobas a proclamare lo sciopero generale per il prossimo 12 marzo: “Non passa giorno – afferma il portavoce dell’organizzazione Piero Bernocchi – senza che l’attacco alla scuola pubblica e il suo progressivo immiserimento e smantellamento proseguano il loro distruttivo percorso, tracciato da un governo che, accelerando sulla scia di quanto fatto da Berlinguer, Moratti e Fioroni, vuole togliere ogni centralità alla istruzione pubblica, considerata una spesa improduttiva da ridurre brutalmente“.