Rientro in classe: ancora criticità nei trasporti? Le Regioni potranno chiudere le scuole

Le Regioni potranno chiudere le scuole lì dove dovessero restare criticità nei trasporti. E’ quanto si legge nelle circolare del Viminale indirizzata ai prefetti e il cui stralcio è stato riportato da Ansa. Insomma, se i problemi legati al trasporto pubblico non dovessero essere risolti, le Regioni potranno decidere di chiudere di nuovo le scuole con apposita ordinanza, proprio come hanno fatto fino a oggi.

Il ricorso al potere di ordinanza regionale, con efficacia limitata all’ambito provinciale per il quale dovesse rendersi necessario il suo esercizio, si configura infatti come intervento “di chiusura”, ipotizzabile nel caso in cui l’azione diretta a riattivare la didattica in presenza dovesse incorrere in criticità di varia natura, non superabili attraverso l’espletamento della fase di coordinamento”, al tavolo presieduto dal Prefetto sui trasporti. È quanto recita appunto la circolare del Viminale indirizzata ai prefetti, nel paragrafo riguardante l’attività didattica in presenza, garantita per il 75% dal 7 gennaio per le superiori.

Ricordiamo che a coordinare i tavoli sul trasporto e attuare una strategia anti-assembramento in ogni provincia rivestendo un ruolo cruciale nel ritorno a scuola del prossimo 7 gennaio per gli studenti delle superiori saranno proprio i prefetti. 

A loro toccherà far quadrare le esigenze delle società di trasporto, compatibilmente con i mezzi a disposizione e il vincolo del 50% di capienza (l’80% sugli scuolabus), con quelle dei presidi, che dovranno invece scaglionare gli orari di ingresso e uscita di alunni, docenti e personale Ata. Ogni tavolo realizzerà poi un documento operativo con le misure da adottare e i tempi per realizzarle.