Ritorno in classe dal 7 gennaio: prefetti coordineranno scuola e trasporti. Via alla realizzazione del documento operativo

Studenti delle superiori di nuovo a scuola dal prossimo 7 gennaio, dunque. Il premier Conte lo ha annunciato nel corso della conferenza stampa dello scorso 3 dicembre in cui ha illustrato l’ultimo Dpcm. Una ripartenza che vedrà i ragazzi tornare in presenza al 75% e non sempre il giorno subito successivo all’Epifania. Sono diverse, infatti, le scuole che in autonomia stanno optando per un rientro dall’11 gennaio. Un ruolo cruciale in questo anomalo back to school sarà rivestito dai prefetti. Saranno infatti loro a coordinare i tavoli sul trasporto e attuare una strategia anti-assembramento in ogni provincia.

Proprio Conte ha sottolineato l’importanza di questo ruolo durante la videoconferenza con Regioni ed enti locali, auspicando che i tavoli “partano non dico domani (oggi, ndr) ma il prima possibile” così da essere pronti per il 7 gennaio. Grazie anche a un protocollo nazionale condiviso che verrà messo a punto nelle prossime ore e che è già stato promosso dalle province.

Per il delegato dell’Upi, Luca Manesini, si tratta di un “obiettivo prioritario che dobbiamo centrare tutti insieme, per restituire ai 2 milioni e mezzo di studenti la possibilità di ritornare piano piano alla normalità della didattica”.

Punto di partenza sarà un documento della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina che, da un lato, chiede ai governatori di varare un piano per i trasporti e approntare una corsia rapida per i tamponi di alunni e docenti, dall’altro apre a un prolungamento del calendario scolastico nelle singole Regioni per recuperare il tempo scuola perso. Basti pensare che in Campania, da marzo a oggi, gli alunni della secondaria di secondo grado hanno fatto solo 20 giorni di scuola in presenza.

Ai prefetti dunque toccherà far quadrare le esigenze delle società di trasporto, compatibilmente con i mezzi a disposizione e il vincolo del 50% di capienza (l’80% sugli scuolabus), con quelle dei presidi, che dovranno invece scaglionare gli orari di ingresso e uscita di alunni, docenti e personale Ata. Ogni tavolo realizzerà poi un documento operativo con le misure da adottare e i tempi per realizzarle. In caso di inadempimento, il capo della prefettura potrà chiedere ai governatori di emanare un’ordinanza sostitutiva.