Regioni: istruzione impegno prioritario della prossima legislatura

Ad una settimana dall’avvio del campionato elettorale regionale l’istruzione sembra essere una delle questioni prioritarie nell’agenda politica delle Regioni. I risultati concreti si vedranno nel corso dei prossimi mesi, se ci sarà la convinzione politica di chi è chiamato a governare e la buona fede di chi farà opposizione.

Confermano questa tendenza  gli orientamenti del Governatore della Lombardia Formigoni, che nel rapporto di fine mandato afferma ” …l’ istruzione, la formazione,… sono state al centro della spinta riformatrice che ha avuto in questi anni la nostra azione politica … è un investimento che occorre fare anche per il futuro perché l’educazione è la carta d’identità per giudicare le politiche delle Amministrazioni“.

Convincenti le parole dell’assessore del Lazio Marco Di Stefano, Coordinatore della IX Commissione degli assessori regionali all’istruzione, che nell’intervista a Tuttoscuola sul numero di marzo sottolinea: “La sfida più impegnativa che le Regioni dovranno affrontare con la definizione dell’Accordo Quadro di attuazione del Titolo V per il settore istruzione è la guida di un processo di partecipazione, responsabilità e progettualità coincidente con l’interesse collettivo … Nella riforma dell’intera istruzione secondaria della Gelmini non c’è traccia della volontà di organizzare le politiche, combinando le diverse competenze per un’unica finalità: il miglioramento dei livelli di qualità del sistema educativo”.

Di buono auspicio anche le parole di Gabriele Ferrari, assessore provinciale di Parma, candidato alle regionali in Emilia: “… investire sulla scuola è investire sul futuro. Oggi più che mai è necessario investire risorse nella scuola, nella formazione professionale, nella ricerca. Soprattutto in questo momento difficilissimo per insegnanti, studenti e famiglie“.

Domenico Cersosimo, assessore regionale all’istruzione della Regione Calabria e candidato alle prossime elezioni, sottolinea il rischio concreto “che le politiche per l’istruzione siano azzerate o sterilizzate. Noi dobbiamo fare di tutto perché ciò non avvenga: la scuola e le politiche culturali devono continuare ad essere, anche nella prossima legislatura regionale, un assillo continuo della politica istituzionale regionale e locale”.