Rapporto Svimez 2014: a Sud la crisi è sempre più grave

Un Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013) e a non fare figli, e infatti nel 2013 continuano a esserci più morti che nati.

Il Rapporto Svimez 2014 sull’economia del Mezzogiorno  parla di una popolazione che continua a impoverirsi, con un aumento del 40% di famiglie povere nell’ultimo anno, soprattutto perché manca il lavoro. L’industria continua a soffrire di più con -53% di investimenti in cinque anni di crisi e -20% di addetti; i consumi delle famiglie crollano di quasi il 13% in cinque anni; gli occupati arrivano a 5,8 milioni, il valore più basso dal 1977.

Una situazione drammatica della condizione giovanile”, commenta Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, “una intera generazione nelle aree del sud viene esclusa dal diritto allo studio e al lavoro“. In particolare “l’istruzione – sottolinea – perde credibilità e per queste ragioni aumentano i tassi di abbandono e i tassi di passaggio dalla scuola superiore all’istruzione terziaria nell’anno scolastico 2012-2013 sono scesi al 51,7% al sud e al 58,8% al nord riportando il Paese indietro di 10 anni”.

Fra gli inattivi – rileva il sindacalista – più di un terzo sono diplomati e laureati. Il sistema universitario meridionale rischia di esplodere per effetto dei tagli ai fondi ordinari, l’aumento delle tasse universitarie, il blocco del reclutamento e la mancanza di servizi per gli studenti. In queste condizioni – aggiunge – riprende l’emigrazione di studenti verso il nord e si determina una università riservata a pochi e non aperta a tutti”.

Per queste ragioni – conclude Pantaleo – si fa sempre più necessaria “l’introduzione anche nel nostro Paese di forme di reddito universale contro le povertà, la disoccupazione, la precarietà e per il diritto al sapere“.