Rapporto Fondazione “G. Agnelli”/2: gli ambiti funzionali al servizio di valutazione

La Fondazione Agnelli è scettica sull’opportunità di collegare la valutazione delle scuole a meccanismi premiali in denaro. “Il vero “premio” che dovrebbe ricevere una scuola che supera bene il vaglio della valutazione – spiega Andrea Gavosto – è quello di un grado di autonomia ancora maggiore, in termini di didattica, di organizzazione e di gestione delle risorse umane”.

Il Regolamento istitutivo del servizio di valutazione quando fa riferimento alla valutazione delle scuole mostra due dei suoi limiti più evidenti: l’eccessiva fiducia nella capacità di autovalutazione interna alle scuole e il disallineamento degli incentivi.

Per la Fondazione Agnelli va superato il giudizio sui singoli docenti formulato attraverso strumenti di valutazione esterna, come le prove Invalsi, peraltro non previsto dal regolamento istitutivo del servizio di valutazione. L’esperienza internazionale e gli esiti della sperimentazione VSQ testimoniano che il meccanismo non funziona sul piano metodologico e statistico, e tanto meno sul piano pedagogico: il successo di un allievo è, infatti, sempre il frutto del lavoro di squadra di tutti i suoi insegnanti. Il timore per una visione “punitiva” della valutazione è una delle ragioni più forti dell’opposizione che ancora permane tra gli insegnanti: timore che in questi anni è stato alimentato dalla mancanza di chiarezza – specie da parte del Miur – sui veri obiettivi della valutazione. Le azioni svolte a livello di amministrazione centrale rappresentano un evidente segnalatore delle direttrici del come l’Amministrazione impronta il proprio ruolo nell’esercizio delle competenze affidatele.

Se si riuscisse a far passare l’idea che la valutazione non è una minaccia per i docenti, ma uno strumento di miglioramento del proprio lavoro, si compirebbe probabilmente un decisivo passo per costruire il consenso intorno alla valutazione. La finalità della valutazione è fornire al sistema di governo politico, ai dirigenti, ai docenti, alle scuole uno strumento di rilettura delle esperienze svolte nell’ottica di un continuo miglioramento della qualità dell’azione educativa. Un obiettivo che poggia su una convinta strategia politica, sulla volontà di vincere le resistenze corporative sindacali, professionali e sul cambiamento dell’atteggiamento dei docenti.