Rapporto Draghi/5. Un sistema europeo di certificazione delle competenze per connettere scuola e lavoro

Mario Draghi non si limita a invocare risultati migliori per il sistema di istruzione e formazione.

Per massimizzare l’occupabilità, si dovrebbe introdurre un sistema comune di certificazione per rendere le competenze acquisite attraverso i programmi di formazione facilmente comprensibili dai potenziali datori di lavoro in tutta l’UE”. Avanza proposte innovative e ambiziose per affrontare quello che è uno dei problemi che affliggono i paesi europei, e in particolare il nostro: il “mismatch” tra i profili e le competenze che escono dal sistema di istruzione e quelli richiesti dal mondo del lavoro.

La visione è molto spinta, leggiamo questo brano.

La visione finale è quella di gettare le basi per la creazione di una “Unione delle competenze” focalizzata su competenze pertinenti di alta qualità, indipendentemente da dove e come siano state acquisite. La certificazione formale e il riconoscimento di queste competenze devono essere progettati in modo da facilitarne l’utilizzazione in mercati del lavoro dinamici e in rapida evoluzione. La certificazione dovrebbe dipendere meno dal conseguimento di un’istruzione formale e diventare più flessibile e granulare. Ciò implicherebbe il riconoscimento e la convalida delle competenze acquisite attraverso diversi percorsi di apprendimento, formazione professionale e apprendimento basato sul lavoro. Per dimostrare competenze e abilità dovrebbero essere presi in considerazione e promossi anche le micro-credenziali e i badge digitali. Infine, i certificati professionali rilasciati in tutta l’UE dovrebbero seguire un approccio il più possibile uniforme per facilitarne il riconoscimento reciproco tra gli Stati membri, come in un vero e proprio Mercato Unico delle competenze che faccia dialogare il più possibile i diversi segmenti di mercato per quanto riguarda le competenze trasversali”.

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