Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Radicali contro i corsi in lingua inglese

Non possiamo permettere che italiani facciano contro gli stessi italiani ciò che i cinesi fanno contro i tibetani o gli uiguri per distruggere le loro culture”.

Secondo il deputato radicale Beltrandi, primo firmatario di una interrogazione in proposito indirizzata al Governo,  “Far studiare i nostri giovani, solo in inglese, in una lingua a bassa definizione, com’è per forza di cose qualsiasi lingua che non sia la propria, porta ad uno scadimento della formazione stessa”.

La polemica dei radicali, che da tempo si battono contro le discriminazioni linguistiche anche attraverso l’Associazione Radicale Esperanto (ERA), è rivolta in particolare contro la decisione del Politecnico di Milano di impiegare esclusivamente la lingua inglese nei corsi per la laurea magistrale: “Così lo Stato avrà da un’Università statale un doppio danno: una formazione scadente e, insieme, ingegneri, architetti, disegnatori industriali di bassa qualità e privi del lessico professionale italiano atto a comunicare con connazionali e amministrazioni”.

E ancora: “Se il Politecnico di Milano intende sostenere questo tipo di mercato preparando i nostri giovani ingegneri per andare a fare si e no i geometri per gli ingegneri inglesi o americani non mi pare una grande pensata”.

Giorgio Pagano, segretario dell’ERA, aggiunge a sua volta che “Spendere 3 milioni e 200 mila euro per colonizzare un’università è una follia. Il Politecnico deve lavorare per l’altissima qualità dei suoi docenti italiani e della formazione. S’attrezzi per insegnare l’italiano agli stranieri con metodiche d’avanguardia puntando alla sinergia con gl’Istituti italiani di cultura all’estero e la Dante Alighieri preparando già nei paesi d’origine gli studenti stranieri”. E caso mai, se serve una lingua di comunicazione internazionale, meglio l’esperanto dell’inglese.

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