Quelle cedole dematerializzate tra luci e ombre

Come ormai capita da mezzo secolo, ogni anno i Comuni italiani (e le segreterie delle scuole statali e paritarie) sono alle prese con le cedole librarie della scuola primaria.

A cura delle scuole, le cedole prestampate vengono compilate (nome dell’alunno e titolo del libro), consegnate alle famiglie, ritirate dai cartolai al momento della consegna dei libri, poi presentate in Comune per l’incasso.

Ogni anno vengono compilate quasi 8,1 milioni di cedole (mediamente circa tre per alunno), a mano, su supporto cartaceo.

Quest’anno il comune di Roma Capitale ha deciso di modernizzare l’intera procedura, smaterializzando le cedole, con conseguente risparmio di carta e di euro. Per il Comune.

È stato individuato un codice PIN personale per ognuno dei circa 130 mila scolari romani che le scuole consegnano alle famiglie possibilmente in formato digitale, anziché su supporto cartaceo.

Le segreterie delle scuole, però, dovranno lavorare più di prima per consegnare alle famiglie il codice PIN in formato digitale, in quanto, non essendo certo che le famiglie siano in grado di riceverlo in formato elettronico, per maggiore sicurezza le segreterie delle scuole preferiscono stampare i singoli codici e consegnarli a mano. E, a una media di 400 alunni per scuola, l’operazione comporta carico di lavoro e costi per le scuole.

I libri possono essere ritirati, codice PIN e documento di identità alla mano, soltanto nelle librerie convenzionate.

Per gli alunni che hanno residenza in altro comune, niente PIN; debbono arrangiarsi e chiedere all’amministrazione di residenza le cedole in bianco da far compilare alla scuola.

Non si può non riconoscere che la dematerializzazione romana delle cedole librarie segna un passo avanti nell’era digitale, purché però la si realizzi in modo da evitare un appesantimento per l’utenza e per le scuole.