Quei quadri orari delle nuove superiori…

Sul tema della riforma delle scuole superiori e in particolare sugli orari dedicati all’insegnamento delle varie discipline, ci ha scritto il nostro lettore Antonio d’Itollo, in risposta a un precedente intervento di Renata Collatina. Ne pubblichiamo volentieri l’email.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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L’intervento della prof. Collatina mi sembra calzante. A chi, come me, ha venti anni di esperienza come preside nei licei, e che ha sperimentato prima i curricula Brocca, quindi quelli cosiddetti dell’autonomia, non poche appaiono le aporie ministeriali a proposito di quadri orario e piani di studio del nuovo ordinamento delle superiori proposto dall’attuale ministro e dai suoi consiglieri.

Rispondo punto per punto

1)    Nel liceo delle Scienze applicate, presentato come opzione del liceo Scientifico, tutte le discipline scientifiche subiscono una secca riduzione. In particolare, oltre al taglio di ben 7 ore settimanali nel biennio, l’elemento più critico è la eliminazione del “laboratori” che, di fatto, costituiva la novità metodologico-didattica più calzante di quel liceo.

2)    Nel liceo Scientifico è stata fatta una semplice operazione di maquillage, con una marcata preminenza dell’area umanistica e una sostanziale riproposizione di quella scientifica (con qualche ora in più, soprattutto nel riposizionamento lungo tutto il quinquennio delle Scienze).

3)    Negli altri istituti superiori la riduzione dell’orario complessivo ha avuto effetti discutibili sull’insegnamento di Scienze della Natura e della Materia, in particolare per ciò che attiene al taglio di ben 3 ore (su 7) e alla ripartizione degli insegnamenti su più classi di concorso (scienze integrate?) come la 14, la 38 e persino la 49 (sic!), con conseguenti problemi per la composizione di cattedre interne per i docenti suddetti e per quelli un tempo “titolari” (classe 60). Tutto ciò in barba alla tanto sbandierata professionalità docente: in realtà si affida senza alcuna logica (se non quella del risparmio) ai docenti di Chimica l’insegnamento della  Biologia e Scienze della Terra. Ma la cosiddetta “cabina di regia” (o chi per essa) sa che le Scienze comprendono la Biologia, l’Astronomia, Le Scienze della Terra, la Chimica e la Fisica? E sa che non si può pretendere che un docente sia preparato in tutte queste discipline indipendentemente dagli studi fatti e dall’abilitazione presa?

4)    Assolutamente insufficiente è il numero delle ore della Matematica, specialmente nel Liceo Classico (di fatto una anacronistica riedizione del liceo gentili ano), anche tenendo conto dell’incremento di contenuti derivante dall’insegnamento dell’informatica, materia che per sua natura, richiedendo l’utilizzo di laboratori, necessita di tempi lunghi.

5)   Correttissime sono le considerazioni sull’attivazione dell’opzione “liceo delle Scienze applicate” da parte degli USR, in particolare per ciò che riguarda i licei (storicamente quelli in cui tale sperimentazione ha dato i risultati migliori), nonostante che, come osserva opportunamente la Collatina, il nuovo liceo delle Scienze applicate, abbia rispetto al “vecchio” liceo Sc. tecnologico, proprio un’impostazione meno tecnica e più liceale.

6)    E, tuttavia: da un lato si dice che  l’insegnamento delle materie scientifiche va supportato dall’utilizzo dei laboratori e dalla attività sperimentale, dall’altra si eliminano gli ITP e si riducono le ore!

7)    Perfette le considerazioni sull’insegnamento di una materia in lingua straniera (in 5° anno): aggiungerei che dovrebbe essere compito del MIUR preparare o “riconvertire” (come si usa dire oggi) i docenti per un compito per il quale non sono preparati e non sono stati reclutati. Infine, a che serve? Soprattutto, poi, in 5° anno, quando ben altre sono le urgenze? O si tratta, come dice la collega, del solito spot, demagogico quanto inattuabile?

8)    Demagogia e pasticci anche per l’adozione dei libri di testo? Era il caso di adottare lo scorso anno (per l’anno in corso) la normativa sul vincolo dei 6 anni, quando per il prossimo ci saranno programmi e indicazioni nuove (solo da qualche giorno definitivi ma, all’epoca delle adozioni solo in bozze)? Basti pensare all’insegnamento “unificato” (?) di Storia e Geografia, rivoluzionato nei contenuti (geografia), nel quadro orario (ovunque ridotto), nella ripartizione cronologica (storia) e, forse, nella valutazione. In questo caso le case editrici hanno dovuto stampare libri senza avere nessuna certezza dei programmi e quindi nel caos più totale. Infine, qual è la ratio del vincolo per 6 anni, quando il biennio dell’obbligo dura 2 anni e il triennio 3.

9)    Tralascio di commentare le riflessioni sulla valutazione finale, tematica troppo delicata e tuttora in progress.

10) In conclusione, desidero riportare un pensiero che Giulio Einaudi espresse il 29 settembre 1963, inaugurando la biblioteca scolastica del suo paese di nascita, Dogliani (CN): “Per un Paese moderno  la cultura e l’istruzione non sono un lusso: senza di esse anche l’economia e ogni altra attività si svilupperanno più lentamente, o in modo precario e illusorio“. Forse questa riflessione serve a far comprendere a molti quale contingenza culturale il nostro Paese sta attraversando.

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