Quei docenti anticipatamente in vacanza/1

Non ce ne vogliano gli insegnanti della scuola primaria se in chiusura d’anno scolastico, anziché valutare l’importanza del loro lavoro (che merita attenzione e apprezzamento perché costituisce la base fondante del percorso formativo dei loro alunni), ci occupiamo questa volta del loro “non lavoro” o, meglio, della loro non occupazione.

Sono terminate le lezioni ovunque – in qualche regione già da una decina di giorni – e, mentre molti docenti degli altri ordini di scuola sono ancora alle prese con scrutini ed esami che, per i docenti delle classi terminali, li impegneranno per tutto il mese (anche la scuola dell’infanzia prosegue nelle attività educative a tutto il 30 giugno), i maestri della primaria, liberati dall’incombenza dell’esame di licenza elementare – abrogato da alcuni anni come anacronistico retaggio del vecchio sistema scolastico, possono già pensare alle ferie e alle vacanze.

Vi sono casi sparuti di dirigenti scolastici che li tengono ancora al chiodo tra scartoffie da sistemare e non convinte verifiche di fine anno da registrare, ma sostanzialmente sono ormai liberi da impegni, con la valigia pronta e i programmi feriali messi a punto.

Rispetto ad altri colleghi vengono a trovarsi indubbiamente in una condizione privilegiata di cui non hanno certo colpa (e con loro vi sono anche professori non coinvolti negli esami), e fanno in pieno quanto viene loro richiesto, ma la questione di fondo non ci sembra l’equità di trattamento vacanziero tra docenti dei diversi ordini di scuola che, forse, rientra nelle competenze contrattuali.