Quaderno bianco/2: difficile superare il centralismo statale

Il Quaderno bianco a pagina 100 richiama l’esigenza di “… attuare la riforma già fatta“, invocando, in coerenza dell’articolo 117, secondo comma, della Costituzione, un “rinnovato ruolo dello Stato come centro di competenza nazionale che definisca indirizzi generali e garantisca livelli essenziali delle prestazioni“, quasi a voler configurare la riqualificazione dell’istruzione solo come ambito riservato alla competenza statale e non come bene ed investimento al quale sono interessati tutti i soggetti della Repubblica.
Il vigente Titolo V ha introdotto, viceversa, un ribaltamento del criterio di attribuzione delle competenze legislative allo Stato ed alle Regioni, affidando a queste ultime la competenza esclusiva in tema d’istruzione e formazione professionale e concorrente in materia d’istruzione, fatta salva l’autonomia scolastica.
Questioni, attinenti l’attuazione del vigente Titolo V, che cattureranno l’attenzione politica nei prossimi mesi nel quadro dell’attività di analisi e di approfondimento delle competenze dello Stato, Regioni, Enti locali e delle autonomie scolastiche in seno ai tre gruppi di lavoro costituti presso il Ministero della Pubblica Istruzione, già affrontate nella seduta della Conferenza Unificata dello scorso 26 luglio alla presenza del ministro degli affari regionali Lanzillotta.
I gruppi tecnici, composti da rappresentanti del Ministero della Pubblica Istruzione, degli Affari Regionali e della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, sono chiamati a ragionare sui limiti che lo Stato non può valicare e sulle caratteristiche di ciò che è generale, fondamentale, essenziale, e di ciò che non lo è.
Riconoscere in modo puntuale il riparto delle competenze imposto dall’articolo 117 significa superare per esempio le situazioni d’incertezza in tema di programmazione scolastica e di gestione amministrativa del servizio d’istruzione.