Prove di didattica universale. Un dibattito a Job&Orienta
Che cosa è la “didattica universale”? La denominazione sembra quasi echeggiare la “Didactica Magna” del grande pedagogista Comenio, che a metà del Seicento teorizzò la possibilità di “insegnare tutto a tutti”. In un certo senso la didattica “universale” rilancia questo obiettivo, ma avvalendosi delle tecnologie didattiche, oggi disponibili, che consentono di trasferire un astratto ideale pedagogico come quello di Comenio in una concreta esperienza educativa di massa.
Se ne è parlato lo scorso 26 novembre in un confronto online realizzato nell’ambito dell’evento Job&Orienta, intitolato “La didattica universale non conosce distanza: è digitale, integrata e flessibile”, coordinato dal direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra. Un incontro breve (meno di 50 minuti) ma denso di contenuti (consultabile a questo link), al quale hanno preso parte Giulio Massa, Presidente degli Istituti De Amicis e coordinatore della Rete delle scuole dell’innovazione, Salvatore Giuliano, coordinatore del Tavolo del Ministero per l’innovazione e DS dell’Istituto Majorana di Brindisi, Stefania Strignano, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale “Ungaretti” di Melzo, scuola di eccellenza riconosciuta nella didattica della scuola del primo ciclo, Cristina Pozzi, CEO di Impactscool e Young Global Leader secondo il World Economic Forum, riconoscimento che l’Italia non aveva da anni, Valentina Aprea, autorevole parlamentare e autrice di un libro “La scuola dei Centennials”, sulle caratteristiche degli studenti di oggi, Paolo Cesana, direttore di Fondazione Clerici, Maria Vittoria Alfieri Coordinatore della piattaforma Brickslab, Andrea Maricelli, responsabile della didattica digitale degli Istituti De Amicis.
In che cosa consiste l’universalità del modello didattico proposto, sulle cui caratteristiche si è registrata una ampia convergenza tra i partecipanti all’incontro? Essenzialmente sul fatto che essa è nello stesso tempo digitale (computer based e online), integrata (alterna e fa dialogare presenza e distanza), e flessibile, in modo da adattarsi alle esigenze e agli stili di apprendimento dei singoli studenti.
Una didattica di questo genere richiede però il superamento definitivo della tradizionale didattica frontale, trasmissiva e monomediale, e la formazione, al posto dell’insegnante che abbiamo finora conosciuto, di una pluralità di soggetti che co-operano nella progettazione e gestione degli ambienti di apprendimento, in presenza e a distanza: disciplinaristi, tutor, softwaristi, valutatori, coaches didattici, orientatori.
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