Prova Invalsi al terzo anno di scuola primaria?

Nei giorni scorsi l’Invalsi ha organizzato nella sede storica di Frascati alcuni incontri di riflessione sulla recente attività svolta e sulle prospettive imminenti delle nuove rilevazioni degli apprendimenti.

La dirigenza ha manifestato una certa soddisfazione per i risultati raggiunti in questi ultimi in materia di rilevazione dei livelli di conoscenza e competenza dei nostri ragazzi.

Per la fine di quest’anno si prevede di introdurre in via sperimentale su un gruppo di istituti campione la rilevazione degli apprendimenti in italiano e matematica per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori. Non si tratta del tentativo, già ipotizzato dal ministro Gelmini, di introdurre una prova nazionale nell’esame di maturità come avviene già oggi per l’esame di licenza, quanto piuttosto di estendere la rilevazione degli apprendimenti, già attuata nella primaria e nella secondaria di I e II grado, all’ultimo anno di quest’ultima.

Sembra che, in sede di dibattito, sia stato chiesto all’Istituto di spostare dal secondo al terzo anno di primaria la prima rilevazione degli apprendimenti finora attuata. E che la presidenza dell’Invalsi abbia respinto la richiesta, motivando il rifiuto come esigenza di mantenere il riferimento storico in atto.

Va però considerato che le nuove Indicazioni nazionali per il curricolo che entreranno in vigore in tutte le classi del primo ciclo dal prossimo anno scolastico, pongono chiaramente la scansione della struttura degli obiettivi di apprendimento al terzo e al quinto anno della primaria. Per questo sembra quindi opportuno spostare tale rilevazione sul terzo anno di scuola primaria

Il ministero farà bene a dare chiare indicazioni a riguardo in sede di direttiva sulla valutazione. A qual punto, anche se malvolentieri, l’Invalsi dovrà adattarsi.