Programmi regionali: da noi solo un’ora alla settimana?

E in Italia quale sarà la quota di curricolo riservata ai programmi regionali?
In principio il curricolo era una questione a due: una quota per il nazionale e una quota di istituto.
L’iniziale proposta dell’ex-ministro De Mauro di riservare l’85% alla quota nazionale e il restante 15% agli istituti è piaciuta, come si sa, anche all’attuale ministro che provvisoriamente l’ha fatta propria.
Intanto però è arrivato, appunto, un terzo incomodo: la regione, che reclama la sua parte di curricolo in forza della competenza riconosciutale dal nuovo Titolo V della Costituzione.
Il ministro Moratti è chiamata ora a proporre la quota regionale, avendo cura di non deludere il sistema regionale da un lato e di non mortificare l’autonomia scolastica dall’altro, e mantenendo però il “gioiello di famiglia” (cioè il potere centrale sul sistema).
Il ministro – secondo quanto risulta a Tuttoscuola – vorrebbe riservare l’80% per la quota nazionale, senza sbilanciarsi circa l’assegnazione del restante 20%.
Potrebbe anche finire così: 80% di quota nazionale, 15% riservato agli istituti e 5% di quota regionale.
Secondo la nostra simulazione, la quota regionale equivarrebbe in media a poco più di un’ora alla settimana da riservare a programmi regionali.
Altro che modello catalano. Sarà d’accordo il ministro Bossi, promotore del disegno di legge costituzionale sulla devoluzione?