Profumo: promemoria per il successore

Chissà perché (ma forse la spiegazione va trovata nella coazione a ripetere del linguaggio burocratico) di “priorità politiche” si parla nell’Atto di indirizzo 2013, che presenta in dieci punti le linee dell’attività amministrativa che sarà svolta dal Miur nell’anno corrente.

In realtà il documento ha ben poco di politico, e risente molto della filosofia tecnocratica che ha caratterizzato l’azione svolta dal ministro Profumo. Vi si parla di “sostegno e potenziamento delle politiche di innovazione tecnologica” (priorità 1); “sviluppo di strategie della crescita, rilancio e valorizzazione della ricerca” (priorità 2); “promozione della qualità e incremento di efficienza del sistema universitario” (priorità 3); poi di diritto allo studio universitario (priorità 4), sviluppo del sistema di valutazione della performance del sistema scolastico (priorità 5), orientamento scolastico e professionale (6), monitoraggio e completamento delle riforme scolastiche e degli ITS (7), ammodernamento del sistema scolastico (8), edilizia scolastica e messa in sicurezza delle scuole (9), e infine “riorganizzazione e ammodernamento del Ministero. Politiche per l’efficienza gestionale” (10). Tutto all’insegna della razionalizzazione e dell’innovazione tecnologica, di cui certamente l’elefantiaco e farraginoso apparato della scuola ha bisogno.

L’unica indicazione “politica”, non a caso ripresa e amplificata dalle agenzie di stampa (ma al di là, a nostro avviso, del suo reale peso all’interno del documento), si trova, un po’ nascosta, al punto c) della priorità 5, ed è così formulata: “occorre superare la maggiore durata del corso di studi in Italia procedendo alla relativa riduzione di un anno in connessione anche alla destinazione delle maggiori risorse disponibili per il miglioramento della qualità e della quantità dell’offerta formativa, ampliando anche i servizi di istruzione e formazione”. Un’indicazione, come si vede, piuttosto generica, a differenza delle altre, e che ben difficilmente potrà avere sviluppi pratici nel 2013, l’anno di riferimento dell’Atto di indirizzo.