La scuola del futuro nasce oggi

Fino a poco più di un mese fa, le esperienze di didattica a distanza erano confinate in diverse università e in un numero ristretto di istituti, quasi esclusivamente della secondaria di II grado, all’avanguardia che si erano attrezzati tecnologicamente e avevano investito in formazione del proprio personale.

La grave emergenza sanitaria causata dal Coronavirus sta repentinamente costringendo l’intero sistema scolastico nazionale (scuola statale e paritaria) a prendere atto di un cambiamento che molti forse tuttora ritengono transitorio, congiunturale, destinato a cessare con la fine dell’emergenza.

Anche il mondo sindacale, dopo un netto rifiuto da parte di qualche suo esponente, sta osservando, se pur in alcuni casi con una certa diffidenza, in altri con prudenza, questa evoluzione, preoccupato soprattutto di difendere i fondamentali del sistema, quindi la relazione in presenza tra docente e alunno, piuttosto che assecondarla e orientarla.

Centinaia di migliaia di docenti sono disorientati, sopravvivono un po’ alla giornata, presi anch’essi, come milioni di italiani, dalle preoccupazioni del contagio e dalle mille difficoltà dell’isolamento coatto. Ma in qualche modo – e a volte con efficienza e professionalità – molti di loro (e il numero sta aumentando grazie anche a nuove forme di community) stanno riconvertendo l’attività di insegnante, reinventando forme nuove di didattica e, in particolare, nuove modalità di relazione con gli alunni e con le loro famiglie.

Non si può non condividere, a questo proposito, la considerazione del Capo Dipartimento, Giovanna Boda, con cui conclude la sua recente nota sull’attività a distanza: “dobbiamo riuscire, con grande umiltà, a fare tesoro di questa complessa e nuova esperienza, a trasformare l’emergenza in opportunità per innovare e migliorare ulteriormente la didattica, rendere il nostro sistema scolastico capace di affrontare le sfide della modernità, perché dalla buona formazione ed educazione delle nuove generazioni dipende la crescita economica, sociale e culturale del Paese. Giova allora rammentare sempre che uno degli aspetti più importanti in questa delicata fase d’emergenza è mantenere la socializzazione. Potrebbe sembrare un paradosso, ma le richieste che le famiglie rivolgono alle scuole vanno oltre ai compiti e alle lezioni a distanza, cercano infatti un rapporto più intenso e ravvicinato, seppur nella virtualità dettata dal momento”.

Da questa drammatica e sofferta esperienza uscirà la scuola nuova di domani.